inadeguato. L'amore per il supporto discografico si sta spegnendo, la rete di distribuzione non c'è e la gente trova il pirata sotto casa, anche perché non ci sono negozi. Ma c'è ampio spazio per il recupero, per la lotta alla pirateria, per migliorare i punti vendita, per fare manifestazioni più dedicate alla musica. Se sapremo muoverci andrà bene, se restiamo chiusi e uguali non accadrà niente. La colpa della crisi è anche nostra, ma io credo che abbiamo in Italia persone in grado di affrontare la realtà in maniera nuova".
     In un mercato in cui nessuno vuole rischiare, anche le radio si sono adeguate, subendo le pressioni delle case discografiche. Se non ci fosse il display dell'autoradio a dirci che emittente stiamo ascoltando, sarebbe impossibile farlo per i brani trasmessi, la programmazione è ormai standardizzata e le distinzioni sono sempre più sottili. E la musica live? Siamo in estate e di sicuro l'offerta non manca, però anche qui assistiamo alla ricerca a tutti i costi dell'artista che ti fa fare “il botto” (inteso come record di incassi, ovviamente), quello che ti riempie il prato e ti fa vendere più litri di birra rispetto al festival del paese vicino, salvo rare eccezioni (e senza fare nomi per fortuna esistono!), non c'è voglia di rischiare, non c'è ricerca del nuovo, addirittura non c'è coerenza nell'allestimento del cartellone e non c'è alcun segnale di continuità con le edizioni precedenti. Ma allora di cosa abbiamo veramente bisogno per salvare la musica? Sicuramente c'è grande bisogno di investimenti per ricreare la cultura musicale, c'è la necessità di trasmettere ai nostri figli la voglia di immergersi in un mondo in cui dare sfogo alle proprie emozioni (quanti giorni della mia adolescenza ho passato sdraiato sul letto ad ascoltare brani che riflettevano il mio stato emotivo, la voglia di ridere, di piangere, di gridare, di ballare, di fare festa), c'è l'esigenza di proteggere, incentivare, sostenere a tutti i livelli tutti quegli spazi in cui c'è la possibilità di dare adito alla creatività.
     Per fortuna esistono realtà che stringono i denti, che vanno avanti nonostante tutto e tutti, realtà che hanno qualcosa da dirci, oltre che uno strumento da suonare e una voce per cantare.
     Prima di chiudere vorrei raccontarvi un piccolo aneddoto sul concerto che vi avevo segnalato come “ciliegina sulla torta” dell'estate bergamasca, ossia Keith Jarrett, riportandovi un pezzo della e-mail che mi ha inviato l'amico Andrea:
     “Videomaker di BGTV lasciato fuori dal Lazzaretto.
     Un delirio... sono rimasto fuori dal Lazzaretto ad origliare… ho praticamente fatto amicizia con tutte le maschere e tutti gli altri che erano lì ad ascoltare… non hai idea di che clima di tensione aleggiava nell'aria… a momenti non era

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