CATTIVI SOGGETTI
di Giovanni Cozzi
|
|
Non si può non notare, amici lettori, come negli ultimi tempi la ricerca spasmodica di potenza e di versioni racing derivate da automobili a larga diffusione abbia contagiato pressoché unanimemente tutti i costruttori europei per non dire mondiali. Come mai tutto ciò? E come mai proprio adesso? Chissà… sarà l’effetto Tuning sempre più popolare tra i giovani di ogni continente e nazionalità? Sarà una gara per stabilire chi attualmente è più tecnologicamente evoluto rispetto agli altri? Oppure si tratta di un periodo storico come quello accaduto negli anni ’60 piuttosto che ’80? Fatto sta che le cose si sono evolute proprio in questi termini, ma la parte più interessante di questa vicenda è il fatto che tutto ciò è avvenuto con una intensità tale da far pensare quasi ad un virus entrato contemporaneamente nei cervelli di tutti i responsabili del marketing automobilistico del pianeta, tanto da creare una vera e propria rincorsa alla leadership di ogni segmento di mercato spingendosi persino a scomodare vecchi nomi storici e reparti corse ormai spariti da decenni.
Tanto per citare un esempio, dopo le continue versioni sempre più potenti
|
|
delle varie 500 e Punto ABARTH, ecco riaffacciarsi sul mercato il celeberrimo marchio sportivo di Renault, rispondente al nome di GORDINI (pilota italiano di nome Amedeo n.d.r.), il quale, trasferitosi da giovane in Francia, alla stregua dell’austriaco Carlo |
|
|
|
|
Abarth in Italia, trasformò e corse personalmente con le più famose berlinette anni ’60 e ’70 della famosa casa transalpina, tanto da fondare poi, egli stesso, una vera e propria casa automobilistica (come Abarth del resto) dedicata esclusivamente a vetture sportive slanciate e leggerissime, costruite su di un telaio in tubi portanti ma provviste di carrozzeria in vetroresina, sulle quali, utilizzando gli organi meccanici Renault all’uopo elaborati, divennero invincibili sia nei Rallye sia in pista! Le famose A110.
Orbene. Oggigiorno le versioni estremizzate delle varie Twingo, Clio e Megane Coupè, come da tradizione, riportano in auge il suo nome e parimenti la |
|
|