esprimere, il vostro messaggio dovrà essere chiaro, trasparente e soprattutto onesto. Siate sempre in sintonia con voi stessi, indipendentemente dal risultato.
     Utilizzate delle pause per monitorare la relazione. Le pause permettono di monitorare la partecipazione di chi ascolta e ci si prende del tempo per calibrare le frasi che verranno pronunciate successivamente. Riuscire a rispettare le pause è indice di sicurezza e di capacità di gestire le emozioni.
     Gestione dell’aggressività. Non cercate di dover o voler piacere agli altri sempre e comunque. L’aggressività è una componente che deve essere giocata, altrimenti si rischia di “implodere”, ossia di esplodere dentro voi stessi, collezionando sintomi psicosomatici e umore depresso. Dalla sana conflittualità nascono sempre risposte creative protese verso la ricerca di nuove soluzioni. L’ascolto non coincide con il “buonismo”. Sempre rispettando la logica del vostro interlocutore, manifestate i vostri sentimenti, dite ciò che pensate: comunicateVi.
     L’ascolto è un feedback tendente alla conoscenza reciproca, che non si risolve nel convincere, ma nel Con-Vincere, ossia vincere con l’altro. Spiegando tale paradosso, quando si desidera convincere si diventa presuntuosi o aggressivi, perdendo il controllo della situazione. L’ascolto è un vincere insieme, trovando punti di unione tra la mia e l’altrui tesi. Nell’atto del convincere rispettate il tempo dell’altro, facendogli metabolizzare l’oggetto dei vostri propositi. Nell’atto della consolazione, riflettete sempre su quanto proponete.
     L’ascolto non si risolve nel cercare di “sfamare” l’altro. L’ascolto è volontà di trasformazione, è dinamismo, è logos. L’ascolto è una continua negoziazione con i “demoni” altrui, affinché l’interlocutore possa modificarsi ricercando con le sue forze l’autonomia di cui ha bisogno. L’ascolto è essenzialmente Speranza. La mia speranza è che cambi la realtà di colui che chiede aiuto. Per lui, mediante il mio ascolto, cerco d’inviare un potente messaggio di speranza e di “contenimento” della sua angoscia. La speranza è un sentimento vero, concreto, oggettivo, corporeo, che coincide con l’ascolto. Non posso ascoltare se non ho speranza. Nell’atto di ascoltare desidero che l’altro ascolti il mio vero messaggio che non finisce nella semplice consolazione. Sperare significa anche Ringraziare: se oggi riusciamo ad ascoltare, questo è dovuto a tutti i doni che ci sono stati dati. La nostra ricchezza viene posta al servizio dell’altro sotto l’egida della gratitudine e dell’empatia.
     L’ascolto è una forma di ringraziamento che scaturisce dal cuore. L’ascolto ci è stato offerto e per questo siamo chiamati a farne buon uso.

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