DIARIO DI RONDINE
                                  di Amélie Nothomb

     Celeberrima in Francia, meno in Italia, la scrittrice belga Amélie Nothomb deve forse in parte alla sua autobiografia le tematiche e lo stile grottesco delle sue opere. Nata in Giappone nel 1967, figlia di un diplomatico belga, Amélie frequenta una scuola giapponese, a differenza dei fratelli, conquistando così un bilinguismo perfetto. Trasferitasi nel ghetto per stranieri di Pechino a causa della professione del padre, la Nothomb dovrà cambiare dimora di nuovo durante gli anni del liceo, approdando a New York, dove l'adolescente Amélie trascorre anni difficili, intercalati dall'anoressia di cui soffre sino ai diciassette anni. Poi, un nuovo trasferimento nel “paese più povero del mondo”, il Bangladesh, dove smette di andare a scuola e comincia ad immergersi nel mondo della letteratura.
     Finalmente, a diciassette anni, mette per la prima volta piede sul suolo europeo: a Bruxelles, dove si sente “sia straniata sia straniera”, si laurea in Filologia Classica. Dopo di che decide di ritornare nella città di Tokyo, nella quale lavora come interprete in una grossa azienda: l'esperienza è traumatica e verrà raccontata nell'opera “Stupore e Tremori”.
     Al 1991 risale il ritorno in Belgio e la pubblicazione di “Igiene dell'assassino”, il romanzo che la proietta nell'olimpo degli scrittori contemporanei. Le sue opere sono pubblicate in Italia da Voland.
     “Diario di Rondine” è uno dei libri più recenti dell'autrice o meglio, libricino, poiché consta di un centinaio di pagine dalla scrittura leggera come l'aria e dai contenuti pesanti come il piombo. Il protagonista è un uomo, di cui non conosciamo mai il vero nome, che, per riprendersi da una delusione amorosa, un giorno decide di diventare apatico, nel significato stoicista di privo di emozioni. Peccato che tornare indietro sia impossibile e Urbano – questo il nome che sceglierà per ribattezzarsi – passi le proprie giornate senza provare alcuna emozione. Niente più gioia, innamoramento, soddisfazione, ma nemmeno più tristezza, paura, delusione. L'unica cosa che riesce a scuoterlo è la musica dei Radiohead, che nella sua sperimentalità gli apre le porte di sensazioni sconosciute e per questo capaci di scalfire la sua corazza di indifferenza.
     Dotato da sempre di una mira fuori dal comune, Urbano viene notato dal braccio destro di un fantomatico boss criminale, che lo assume come killer. Il lavoro perfetto per un uomo senza più un cuore, ma la violenza dell'atto

      pagina 01 di 03
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Belga, Recensione, Scrittrice, Autrice, Amélie, Nothomb, Diario di Rondine, Killer, Urbano, Igiene dell'assassino