desiderare un modo di vita avrebbe potuto essere quello che sto vivendo ed ho vissuto: due genitori meravigliosi, uno stuolo di fratelli con cui sono sempre andato d’accordo, una moglie che mi ha sopportato e supportato, dei figli che mi hanno dato tanto ed ora anche di un nipotino che mi consola solo al vederlo, un lavoro che mi ha permesso una vita dignitosa, la possibilità di dare qualcosa di me agli altri, che hanno ricambiato con grande abbondanza…; ma parlo con la saggezza dell’età…
     Il saggio antico diceva che la mancanza di desideri avvicina agli dei… forse se tutti si fossero comportati come Diogene saremmo ancora all’età della pietra; ma che potere ha avuto Diogene quando, richiesto di cosa potesse fare per lui da Alessandro Magno, gli rispose di spostarsi perché gli faceva ombra! D’altra parte anche il Tasso nella “Gerusalemme liberata” nell’episodio di Ermi-nia tra i pastori sottolinea la pace e la serenità della vita dei pastori pur nel fervore della guerra dal momento che la povertà non permetteva bottini ai guerrieri ed ai signori e quindi non era appetita dai soldati.
     Nella nostra società assistiamo ai miti, ai “se fossi un calciatore, una velina…” E che pena vedere la trasmissione “Velone”: come anche la vecchiaia non significhi rendersi conto di ciò che si è e di come si possa essere “usati” dai media; povere vecchiette con lo “stacchetto” per quanto consentito da giunture non più molto elastiche! Il pubblico osannante ed applaudente si renderà conto del per-ché si trovi lì e che significato abbia la sua serata? Allora ecco l’islandese del Leopardi alla ricerca del senso della vita, che, dopo aver girovagato per tutto il mondo alla ricerca di un luogo dove, non dando fastidio ad alcuno, lui stesso potesse non avere fastidio, si imbatte nella Natura, una “donno-na” appoggiata ad una montagna che gli risponde “Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l'intenzione a tutt'altro che alla felicità degli uomini o all'infelicità.” Il dialogo si risolve con l’islandese rivolto alla Natura “…dimmi quello che nessun filosofo mi sa dire: a chi pia-ce o a chi giova cotesta vita infelicissima dell'universo, conservata con danno e con morte di tutte le cose che lo compongono?” La conclusione è amara “Mentre stavano in questi e simili ragionamenti è fama che sopraggiungessero due leoni, così rifiniti e maceri dall'inedia, che appena ebbero forza di mangiarsi quell'islandese; come fecero; e presone un poco di ristoro, si tennero in vita per quel giorno. Ma sono alcuni che negano questo caso, e narrano che un fierissimo vento, levatosi mentre che l'islandese parlava, lo stese a terra, e

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