CHI C’ERA?
"Nel futuro tutti avranno i loro 15 minuti di celebrità" (Andy Wharol)

                                  di Zebra

     Passatemi la provocazione! “Quando tutti vogliono fare gli artisti (o gli scrittori) è arrivato il momento di affermare che: o viviamo in un’epoca in cui siamo davvero tutti artisti o probabilmente non lo è più nessuno”. Certamente non credo né alla prima né alla seconda ipotesi, ma dobbiamo comunque porci questo interrogativo e riflettere su alcune distorsioni del nostro tempo e di chi deve stabilire chi ha qualcosa da dire e chi dovrebbe educatamente e “umilmente” ascoltare.
     Senza andare lontano, guardando alla nostra città e agli organi di informazione “localissimi” che qui vengono prodotti pare davvero di essere circondati da artisti ed eventi culturali da ogni parte.
     Bergamo certamente non differisce da altre realtà italiane, ad eccezione di Milano e Roma (forse), dove i mezzi di informazione sono maggiormente obbiettivi, più rigorosi nelle proprie scelte, perché posti in un confronto più ampio e internazionale.
     La sortita mi viene di getto dopo aver sfogliato stamattina alcune riviste patinato-paesane-per-parveneu, sempre più numerose in città, nelle quali oltre alle pagine dei divertenti “Chi c’era” vari, l’unica parte interessante di queste riviste nelle quali il superficiale edonismo contemporaneo viene immortalato magistralmente ed in cui boriose nullità sfoderano il loro soddisfatto sorriso ebete, abbondano pompose recensioni d’arte locale e di artisti mediocri e dilettanti, di libri scritti da hobbysti e peggio ancora, il tutto naturalmente grazie (immagino) ad un “contributo” economico per comprarsi un po’ di pagine di critiche compiacenti.
     Dunque, il sacro fuoco dell’arte ha finalmente “contaminato” tutto e tutti? Non credo, ma di certo la voglia di esprimersi individualmente nell’epoca dove la libertà individuale è ai massimi storici ha contagiato molti (troppi). Tutti vogliono “raccontare” qualcosa e lasciare un segno del loro passaggio terreno e pochi hanno voglia di “ascoltare” o imparare dalla loro esperienza “terrena”. E fin qui nulla di male, ma quando l’autocritica è pari a “0” e nessun arbitro si pone a giudice vige la legge del chi appare o grida di più ed il degrado culturale dilaga. Perché nella confusione generale è molto più difficile cogliere segnali di progresso.

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