Nel 1979, in occasione del suo settantesimo compleanno, a Firenze ebbe luogo una sua personale all’Accademia delle Arti e del Disegno e nel catalogo della mostra vennero raccolte le rare dichiarazioni che l’Artista abbia mai rilasciato sulla sua opera.
La fama di Manzù arrivò anche in Giappone, dove l’artista è considerato come uno dei tre “Maestri” della nuova scultura italiana, insieme ad Arturo Martino e Marino Marini.
Nel 1973, fu allestita, al Museo di Arte Moderna di Tokyo, una grande sua personale e, a partire dal 1984, una mostra itinerante percorse tutti i musei del Giappone, mostra organizzata dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, alla quale l’artista aveva donato, nel 1979, l’intera sua collezione di opere, la “Raccolta amici di Manzù”, fondata nel 1969 ad Ardea. Per celebrare il successo nel Paese del Sol Levante, l’artista donò alla raccolta di Ardea altre tre sue nuove sculture: il “Pittore con modella”, del 1954, “La Tebe distesa”, del 1983, ed il “Cestino con frutta”, del 1984, oltre a dipinti ad olio degli anni ’60.
Nel 1987-88, un'altra importante mostra, questa volta in Gran Bretagna, valse al Manzù il riconoscimento del titolo di membro onorario della London Royal Academy of Arts.
Nel 1989, a New York, fu inaugurata, di fronte alla prestigiosa sede dell’ONU, l’ultima sua grande realizzazione, una scultura in bronzo alta 6 metri, dal nome “Inno alla vita – Scultura per la pace”.
Giacomo Manzù morì ad Ardea il 17 gennaio del 1991. Per celebrare il centenario dalla sua nascita (1908 - 2008), la città di Bergamo ha allestito presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea GAMeC la mostra “Giacomo Manzù - 1938-1965 - Gli anni della ricerca”, un degno tributo al genio bergamasco di un artista di respiro internazionale.
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