Parigi nel 1834.
     Madre di tre figli, Nina ebbe una vita tormentata e morì suicida all’età di 34 anni, gettandosi da un balcone di Palazzo Lercari, palazzo dove si era trasferita, il quale si trovava poco distante dalla casa della sua fanciullezza. È sepolta nella chiesa dei Cappuccini a Genova in quanto né il marchese Giustiniani, poi convolato a seconde nozze con Geronima Fiammetti, ex fiamma di Mameli, né la sua famiglia di origine vollero che fosse seppellita nelle tombe di famiglia.
     Giorgina Craufurd Saffi (1827-1911). Di famiglia inglese, si innamorò dell’Italia grazie all’apprezzamento che la famiglia esprimeva per la causa italiana. Nel 1857 sposò Aurelio Saffi, esule italiano a Londra già triumviro della Repubblica Romana nel 1849, dando luogo ad un lungo sodalizio d’amore, affetti (ebbero quattro figli) e politica. Delle idee mazziniane, Giorgina fece propria l’interesse per l’educazione delle donne e dei giovani, il rispetto dei diritti e dei doveri dell’uomo e la ferma convinzione che solo attraverso l’emancipazione e la partecipazione alla vita civica e politica del Paese si può essere cittadini e non sudditi. Secondo Giorgina, inoltre, le donne avevano un compito importante, quello di formare i futuri cittadini: scelse così di occuparsi in primo luogo dell’educazione delle donne, questione che la porterà a caldeggiare i primi movimenti di emancipazione femminile, che in Europa ed in America stavano faticosamente facendosi strada nella seconda metà dell’800.
     Enrichetta Caracciolo (1821-1901). Figlia di Fabio Caracciolo e Teresa Cutelli, visse una vita di sofferenze, rinunce e prevaricazioni, che però non la vide mai come vittima rassegnata, ma fiera lottatrice per riconquistare la propria libertà e dignità di persona.
     Da ragazzina fu rinchiusa dalla madre nel convento di San Gregorio Armeno e a vent’anni pronunciò i voti monastici, senza accettare tuttavia il proprio destino. Ribelle ed anticonformista, durante gli anni riempì papa Pio IX di missive per chiedere lo scioglimento dei propri voti ottenendone sempre esito sfavorevole, causa l’opposizione feroce dell’arcivescovo di Napoli, Riario Sforza. Ottenne però una particolare dispensa dal Papa per lasciare il convento causa motivi di salute. Ritrovata la libertà, appoggiò caldamente i rivoluzionari e fu arrestata finché, riuscita a liberarsi, si diede alla clandestinità e continuò ad appoggiare le rivolte dei patrioti fino all’arrivo di Garibaldi a Napoli. Là, durante la messa di celebrazione per la liberazione della città dai Borboni, Enrichetta depose finalmente il velo monacale sull’altare, riottenendo la libertà da lei tanto agognata. Sposò infine il patriota Giovanni Greuther e pubblicò un libro che ebbe

        pagina 04 di 07
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Biografia, Donne, Risorgimento, Anita, Garibaldi, Laura, Mantegazza, Cristina, Belgiojoso, Enrichetta, Caracciolo, Nina