MOBILITÀ: L’AMMINISTRAZIONE SBANDA
                                  di Pierluigi Piromalli

     Le vicende degli ultimi tempi sollecitano alcune inevitabili riflessioni intorno ad un tema sempre attuale che appartiene alla quotidianità di tante città italiane ed in particolare della trafficata Bergamo, vale a dire la mobilità che tanto assilla gli amministratori locali quanto i cittadini, rassegnati a patire sempre più spesso umorali ed ideologiche decisioni dell’Amministrazione municipale. La questione ciclicamente si ripropone non tanto per censurare abitudini terzomondiste che giornalmente si rinnovano quanto per le discutibili prese di posizione del Comune che generano ricadute negative sul tessuto cittadino.
     Il traffico urbano non è certo un problema di oggi, ma, comunque, fa pensare alla recente indagine dell’Osservatorio TomTom, nota azienda dal nome disneyano che produce navigatori satellitari e che, fra i suoi servizi, offre anche un “allerta traffico”, il quale ha posto Bergamo tra le dieci città più trafficate d’Italia, attribuendole una vocazione quasi metropolitana che stride con le dimensioni e la misura di un nucleo poco più che provinciale. C’è ovviamente poco di cui andar fieri a scorrere una classifica che fotografa il caos su quattro ruote e mortifica le speranze della cittadinanza che avrebbe, invece, diritto, in una fase epocale ove traffico e inquinamento sono diventati un problema sociale, ad usufruire agevolmente di mezzi alternativi e ad accedere a quella mobilità sostenibile continuamente sbandierata a tutte le latitudini istituzionali. Se, quindi, è prevedibile registrare dati scontati ed ovvi per le città metropolitane che richiamano masse di persone, studenti e lavoratori e, con essi, grandi flussi di traffico, appare, invece, anomalo che un’area dalle limitate dimensioni come Bergamo venga avvicinata a capoluoghi di Regione o, addirittura, anteposta a grossi centri come Firenze, Bologna e Padova o ad altri, come le piccole realtà urbane ad attraversamento obbligato e collocate sulle grandi direttrici di comunicazione, ove la viabilità è un dramma fisiologico.
     Bergamo ha fortunatamente caratteristiche tali da rendere gestibile il problema del traffico semplicemente se venisse adottata una politica di contenimento e di restrizione della circolazione attraverso un sistema di parcheggi periferici e semiperiferici integrati. Nonostante le soluzioni siano a portata di mano ed assolutamente praticabili, si insiste per rendere sempre più precario il deflusso del traffico, imponendo l’assillante presenza di auto in zone della città che ben potrebbero essere godute a misura d’uomo con beneficio di

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