LA MORTE DI BIN LADEN E LE RIVOLUZIONI ARABE
                                  di Massimo Jevolella

     Sarà solo un caso che la tanto attesa eliminazione di Bin Laden sia avvenuta proprio adesso, mentre nel mondo arabo stanno precipitando le vecchie dittature che l’Occidente sosteneva in nome della lotta contro il terrorismo islamico? Io credo proprio di no. Tra questi eventi esiste invece un nesso logico assai forte e per comprenderlo è necessario riferirsi alla figura e alla politica dell’attuale Presidente degli Stati Uniti. Con il suo avvento, tutto è cambiato nell’atteggiamento di Washington verso i Paesi arabi e verso il mondo islamico in generale. Poco dopo la sua elezione alla Casa Bianca, Barack Husseyn Obama tenne infatti uno storico discorso al Cairo, davanti agli studenti della prestigiosa università islamica di Al Azhar.
     Ebbene, che cosa disse Obama in quell’occasione, suscitando a più riprese l’entusiasmo del suo giovane pubblico? Disse cose sorprendenti e rivoluzionarie. Per comprenderne la portata, dovremmo compiere però un particolare sforzo; dovremmo cioè immedesimarci nella mentalità dei musulmani, esasperatamente sensibile al peso delle parole in tutte le loro sfumature simboliche. Rileggendo il discorso del presidente nei suoi punti salienti, non tardiamo allora a scorgervi un forte filo conduttore: pur proclamandosi cristiano, Obama fa di tutto per annullare le barriere identitarie, e fin dalle prime battute riesce a incantare il suo uditorio, a sciogliere ogni diffidenza, a porre se stesso non come il capo di una potenza straniera, ma come un amico fraterno e quasi un compagno di fede.
     Obama esordisce rivolgendo in arabo agli studenti il classico saluto islamico: “as-salâm ‘alaykum” (“la pace su di voi”). Poi, più di una volta, cita dei versetti coranici premettendo le parole: «Dice il Sacro Corano», formula di estremo rispetto, che si avvicina nella sostanza a quella più propriamente islamica «Dice Allah l’Altissimo». Ma tutto ciò non è che il preambolo di ben più vibranti affermazioni. Obama rivendica con orgoglio l’ascendenza musulmana del suo nome e della sua famiglia originaria del Kenya. Poi si lancia in una lode appassionata della splendida civiltà islamica medievale, sottolineando il debito incalcolabile che l’Occidente deve riconoscere nei confronti della scienza e della cultura dell’Islàm: «che hanno preparato la strada al Rinascimento europeo e all’Illuminismo».
     A questo punto, come inevitabile conclusione logica di tali premesse, Obama dichiara che in realtà non possono esistere né contraddizione né conflitto tra

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