ma poco o nulla è stato fatto per ridurre il peso sull'economia e sulla società italiana degli esorbitanti costi del sistema politico. Non si contesta la necessità di adottare provvedimenti anche estremi per salvare i conti pubblici, ma visto che da questo limbo non se ne uscirà facilmente in mancanza di vere riforme strutturali era doveroso attendersi dal Parlamento una decisione epocale, poi abortita, che avrebbe dovuto prevedere l’immediato taglio delle spese della politica, non certo risolutivo per il Paese, ma chiaramente messaggero di una volontà precisa della classe dirigente.
     In un momento di crisi generalizzata e di scontento diffuso dell’opinione pubblica, è grottesco oltre che offensivo che la classe politica, incapace di farsi capire da un Paese inquieto e con prospettive tutt’altro che rosee, non comprenda la drammatica urgenza di una svolta ed è sconcertante che ancora una volta, a coloro che chiedono conto della strenua difesa delle Province, si risponda rinviando ogni decisione ad una futura legislatura.

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