CUORE DI MADRE
                                              di Antonella Fasolato

     Non scrivo mai di fatti di cronaca, ma quando ho ascoltato ad un telegiornale l’intervista fatta alla madre di quel ragazzo diciottenne, Lorenzo, ucciso da un sedicenne a Sovico è nata in me la necessità di farlo. Purtroppo non si tratta di un caso isolato, fatti simili sono già stati raccontati dalla cronaca nera in passato.
     Solitamente, quando mi capita di ascoltare interviste strazianti ai familiari di vittime innocenti, cambio canale perché non mi piace ascoltarle per diversi motivi. Questa intervista, invece, ho iniziato a sentirla, presa si può dire, alla sprovvista e non sono riuscita a cambiare canale. Non si è trattato di puro manifesto dolore, ma dell’urlo straziante dal cuore di una madre che vuole dare un messaggio forte a tutti noi per riuscire a sopravvivere alla sua mortale sofferenza; dare un significato alla morte di suo figlio perché non si devono più ripetere queste tragedie, vuole arrivare al cuore dei ragazzi, ma come nel mio caso al cuore delle madri e dei genitori perché vedendo la sua angoscia prendano coscienza, come educatori di vita dei propri figli.
     Ho colto il senso del suo messaggio e come madre di tre ragazzi e tutti noi madri e padri dobbiamo parlare ai nostri figli di queste cose, con i nostri limiti e con il cuore in mano, perché non diventino né vittime né carnefici. Aiutiamo questa madre a rendere reale questo suo desiderio perché la morte di suo figlio non rimanga inutile.
     Inoltre, questa donna dice un’altra cosa importante che, sinceramente, mi ha trovata impreparata: “…mi dispiace per lui, per tutto quello che dovrà sopportare e superare e mi dispiace per i suoi genitori. Sicuramente non voleva uccidere mio figlio e spero che questa storia sia di esempio per tutti i giovani. L’odio bisogna metterlo da parte, la vita merita rispetto da parte di tutti. Non ho bisogno di perdonare chi ha ucciso mio figlio, perché nemmeno per un attimo ho pensato di odiarlo.”
     Sinceramente, profondamente colpita dalle sue parole, mi sento solo di starle accanto, virtualmente seduta di fianco a lei in silenzio. Grazie signora Carolina per quello che ha fatto, per tutti quelli che, come me, hanno avuto la fortuna di ascoltarla, quello che ha detto ha gettato un seme.

 
 
 
 
 
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