UN BACIO PER LA NONNA
                                  di Antonella Fasolato

     Questo fatto è successo nel mese di aprile del 2009, quando dal comune di un paesino della provincia di Padova, dove ci sono le tombe di mio zio Ottorino e della mia nonna Maria, ci hanno chiamato, perché dovevano effettuare la riesumazione del corpo di mio zio che doveva essere spostato in un ossario.
     Fortunatamente, sono riuscita a fare le pratiche burocratiche via e-mail con il Comune, ma rimaneva solo l’incombenza di andare sul posto a firmare i documenti. Così, un sabato mattina, io, mio marito e i miei genitori siamo andati nel Veneto e abbiamo adempiuto alle formalità conclusive. Il giorno esatto della riesumazione non lo sapevamo perché lo avremmo saputo con un solo giorno di anticipo e quando siamo partiti non ci era ancora pervenuta nessuna comunicazione.
     Usciti dal Municipio, siamo andati in visita al cimitero sulla tomba dello zio e della nonna. La tomba della nonna aveva i fiori sintetici ormai usurati dal tempo e così, con mio marito, siamo stati da un fiorista vicino al cimitero e ne abbiamo comprato uno nuovo, molto bello, colorato con fiori arancione e gialli.
     Quando siamo tornati sulla tomba mi sono inchinata sul vaso ed ho sostituito quelli vecchi con quelli nuovi, mi sono alzata e sono rimasta, molto soddisfatta, ad ammirare come stavano. In quel momento è successa una cosa incredibile, ho sentito la guancia della nonna che mi sfiorava il viso. Un brivido mi ha percorsa tutta e un’emozione incredibile da farmi mancare il respiro. Era la guancia della nonna, io la conosco bene, tante volte l’avevo accarezzata, la pelle del suo viso era tesa e turgida con delle rughe profonde, la sua pelle non era cascante, era solo solcata da queste rughe profonde, ma morbida. La sua guancia mi ha sfiorata il viso e si e soffermata sulle labbra come a voler prendere un bacio.
     Brividi e ancora brividi mi hanno percorsa e la sensazione di quel momento è durata per alcuni giorni, ma ricordo benissimo anche ora, raccontandola, l’emozione provata al contatto delle mie labbra sul suo viso, non l’ho vista, l’ho solo sentita.