sbronza per il festeggiamento del nuovo Millennio causa lo sciopero dei netturbini e Manhattan viene sommersa dai rifiuti, Parigi è sei metri sotto il livello dell’acqua e i pesci si aggirano per Montparnasse, a San Pietroburgo scoppia una centrale nucleare e il mondo si ritrova senza fonti di energia, con l’economia globale che va a pallini. L’Apocalisse incombe, la gente impazzisce, mentre per gli strampalati abitanti del Poggio del Diavolo il problema più impellente è quello di andare a pescare per “metter i coreogonini sotto sale per l’inverno”. Riuscirà la catastrofe a sconvolgere questo mondo silvestre apparentemente così slegato dalla realtà? Con una premessa così esilarante chi non avrebbe comprato il libro? Già!
     Invece, le parole si trascinano pesantemente da una pagina all’altra, i capitoli vengono distrattamente sfogliati in cerca di quel brio promesso dall’autore, ma che si fatica a trovare. Noiose dissertazioni tecniche sulla costruzione del tempio si alternano a lambiccamenti cerebrali sulla qualità del legno da utilizzare per l’eremo silvestre, d’altronde Paasilinna è finlandese e lassù, si sa, ben lo conoscono il legname, non è detto però che lo voglia sapere anche l’ignaro lettore…
     Faticosamente, si procede nella lettura in attesa di questa benedetta Apocalisse che tarda ad essere raccontata e non porta tutta quella simpatia e quella allegra follia promessa dall’introduzione… Avventure, vignette, racconti, scherzi o situazioni comiche si profilano fra le pagine? Macché, solo lunghi, noiosi racconti della costruzione della chiesa, capitoli quasi isolati fra loro come zattere (ancora legno?) nel mare delle parole. Finché anche il più stoico del lettore si arrende e abbandona il libriccino, restando con il dubbio: è se il meglio fosse concentrato proprio negli ultimi capitoli? Francamente, non ho il coraggio di scoprirlo.
     Ad onor di cronaca, devo dire che le recensioni che ho trovato su questo libro sono tutte positive, alcune addirittura entusiastiche, come quella di un noto critico letterario che cita “Il libro di Arto Paasilinna è come qualcuno che bussa alla nostra porta, di mattina, portando con sé buone nuove”. Francamente, quel giorno spero di essere assente.
     Consigliato ai depressi, a colore che vedono il bicchiere d’acqua “mezzo vuoto”, a quelli che non dormono mai. Anche ai taccagni. Con il libro di Arto Paasilinna si può risparmiare sull’acquisto di un buon sonnifero.
                                                                               Cristina Mascheroni

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