La storia ci insegna che l’incrudescenza delle pene non è mai stata la soluzione (si pensi a come si continua a delinquere anche nei paesi con la pena capitale); nel nostro ordinamento ci sono anche troppe leggi, leggine, cavilli (le grida di manzoniana memoria ricordano che più numerose e sottili sono le leggi più facile è gabbarle…); basterebbe che i magistrati si occupassero non solo dei vari Berlusconi (poverino, sembra l’unico delinquente del nostro Paese…) o dei ladri di polli (poverini, quelli sì che pagano il fio!).
     Il buon Manzoni ci insegna anche che un Paese è tale se è: “Una gente che libera tutta,/ O fia serva tra l'Alpe ed il mare;/ Una d'arme, di lingua, d'altare,/ Di memorie, di sangue e di cor” [A. Manzoni, Marzo 1821, vv 29-32], alludendo ad una riscossa politica; secondo me solo se ognuno compie il suo dovere secondo le sue possibilità - sia i più alti in grado sia i più umili nella convinzione dell’importanza anche dell’operatore ecologico - un Paese può considerarsi una democrazia produttiva di uguaglianza e giustizia sociale anche nella determinazione dei diritti e dei doveri. D’altra parte sono sintomatiche le interviste ai parenti degli arrestati o ai loro vicini di casa che tendono anche a difendere chi “poverino e bravo ragazzo” scaglia un estintore per spegnere un incendio…[sic!] o dà fuoco ad auto e camionette della Polizia.
     Io devo, nella mia rubrica, essere la voce della gente semplice, del popolo, che è stanco, stanchissimo ed impotente di fronte a tutta una casta che, oltre a possedere dei privilegi spesso scandalosi, dovrebbe saper dirigere il Paese.
     Interessante e triste fu un’intervista ad uno studente greco che si chiedeva come avrebbero potuto risanare l’economia coloro che in pratica avevano prodotto la loro crisi… Anche in Italia quanti sono i politici che possono tirarsi fuori dall’aver contribuito (e contribuire) al deficit che ci assilla? Non hanno forse ragione i Rottamatori che sperano (illusi, dice la storia…) che chi ha il potere lo lasci per altri pur dello stesso partito? Solo alcuni nomi tra i più conosciuti, senza che me ne abbiano per aver trascurato i tantissimi altri, Andreotti, De Mita, Napoletano, Bassolino, Iervolino, De Michelis, La Malfa figlio… Marini D’Antoni e Benvenuto (i carissimi sindacalisti, proprio loro… ora nei posti di potere)…
     Non lamentiamoci: la crisi è colpa dei pensionati che vivono troppo a lungo e lavorano solo 40 anni, o dei giovani disoccupati, spesso laureati con fatica e dispendio di tempo loro e denaro delle famiglie; sono certamente quelli che hanno contribuito al buco dello Stato, non i vari direttori generali, manager

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