nel 1923, e la decisa presa di posizione contro l’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, Mussolini si gettò alla conquista dell’Etiopia; nell’ottobre 1935 le truppe italiane varcarono il confine con l’Abissinia e il 9 maggio del 1936 il Duce annunciò la fine della guerra e la nascita dell’Impero italiano d’Etiopia. Questa conquista, da una parte segnò molti punti a favore della propria fama in Italia, dall’altra causò l’inimicizia del nostro Paese con il Regno Unito e la Francia, causando un pericoloso avvicinamento di Mussolini alla Germania di Hitler.
     Il 6 novembre del 1937, l’Italia firmò il “Patto Anticominform” con la Germania e il Giappone e l’11 dicembre dello stesso anno uscì dalle Nazioni Unite. Nel frattempo, in Italia, venivano emanate le leggi razziali contro gli ebrei, che entrarono in vigore il 17 novembre del ’38. Nel 1939, infine, Mussolini ed Hitler suggellarono la loro alleanza con il “Patto d’Acciaio”, legandosi così definitivamente al dittatore tedesco.
     La sfida all’Inghilterra ed alle Nazioni Unite, la sua vanagloria di “fondatore dell’Impero” e la sua pretesa di avere il comando supremo su tutte le truppe operanti su tutti i fronti assunto dopo l’entrata in guerra del Paese al fianco dell’Asse, costituirono l’inizio della fine del regime fascista.
     Nel 1940, Mussolini scelse di entrare in guerra benché impreparato e contro il volere dei propri consiglieri (Badoglio, Grandi e Ciano), nell’illusione di un rapido e facile trionfo, ma purtroppo per lui e per il Paese non fu così. Arrivarono le prime grandi sconfitte in Grecia (1941) e in Egitto (1942), finché l’invasione anglo-americana in Sicilia e il suo ultimo colloquio con Hitler (19 luglio 1943) causarono la sua caduta. Fu sconfessato dal voto del Gran Consiglio (24 luglio 1943) e fatto arrestare dal re Vittorio Emanuele III (25 luglio).
     Trasferito a Ponza e successivamente alla Maddalena, infine a Campo Imperatore sul Gran Sasso, il dittatore sconfitto fu liberato il 12 settembre del 1943 dai paracadutisti tedeschi al comando del Maggiore della Luftwaffe Haral Mors e fu portato a Vienna e poi in Germania, dove proclamò, il 15 settembre del 1943, la ricostituzione del Partito Repubblicano Fascista. La liberazione di Mussolini fu ordinata da Hitler stesso, che ne affidò l’esecuzione a Otto Skorzeny, conosciuto come “l’uomo più pericoloso d’Europa” per le proprie capacità militari e la tenacia.
     Mussolini, ormai evidentemente stanco e malato, era alla totale mercé di Hitler. Si insediò a Salò, capitale della nuova Repubblica Sociale Italiana

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