Nonoxynol, poloxamer e nonlifenoli: sono tensioattivi accusati di essere causa di disturbi endocrini. Triclosan: è un antibatterico a base di cloro. Trimonium e dimonium: sono altri disinfettanti.
     Ad oggi non esiste un marchio di qualità che ci permetta di identificare a colpo sicuro un prodotto privo di queste sostanze; se trovate sulla confezione diciture come “senza petrolati”, “privo di parabeni” (conservanti a rischio), “senza coloranti”, “senza siliconi” o “con basse quantità di conservanti” è già un buon inizio. Esiste comunque una legge europea che ci tutela e che definisce quali sono le sostanze cosmetiche ammesse, vietando assolutamente le molecole dannose o pericolose. Nonostante ciò, i rischi sono comunque possibili: essendo almeno 500 le sostanze impiegate in cosmesi, i dermatologi non sono stati in grado di verificarne tutte le possibili interazioni epidermiche e quindi il loro potenziale allergenico.
     Un altro parametro da tenere in considerazione per limitare le eventuali reazioni è la data di scadenza del prodotto, ovvero il periodo entro il quale il cosmetico può essere utilizzato. Per legge, è obbligatorio che un prodotto duri meno di 30 mesi; in caso di durata più lunga, come per i solari, è fatto obbligo alla casa produttrice indicare sulla confezione il Pao (periodo post apertura), che indica per quanti mesi dopo l’apertura del barattolo può essere utilizzata la crema. I cosmetici, al pari del cibo, non sono eterni e sono estremamente degradabili; i più sicuri sono quelli spray o in tubo, quelli in barattolo sono più deperibili, pertanto è utile conservarli al fresco se si prevede di non usarli per un po’.
     Recentemente, hanno fatto discutere dei nuovi prodotti a base di nano particelle, molecole di principi attivi con diametro inferiore a 0,1 micron, accusate di essere la causa scatenante di molte intolleranze: per legge, in Italia, è obbligatorio indicare se il prodotto ne contiene, in quanto, causa la loro piccolissima dimensione, rischiano di infiltrarsi anche nel sangue ed accumularsi nei tessuti con effetti al momento non prevedibili. Le nano particelle non vanno però confuse con quelle micronizzate, ovvero molecole più piccole delle tradizionali, ma che non penetrano nell’epidermide in maniera significativa.
     Ovviamente, se un cosmetico dà problemi è davvero una cosa utile, per i consumatori quanto per la casa produttrice, segnalarlo. Molti produttori hanno, sul proprio sito internet, un’apposita sezione, la quale consente al consumatore

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