VAL DI SUSA: ALLA SCOPERTA DELLA SACRA DI SAN MICHELE
                                              di Massimo Jevolella

     Vi sono molte buone ragioni per compiere una visita anche breve in Val di Susa. Questo luogo bellissimo e carico di storia è oggi il teatro di una lotta drammatica e senza dubbio anche emblematica tra due forze che pretendono entrambe di rappresentare il Bene: da una parte i valligiani esasperati, che reclamano la pace e la salvezza ambientale per il loro territorio, dall’altra le potenze politiche ed economiche che, appellandosi all’idea del progresso e dello sviluppo, premono per la realizzazione di una grande opera ferroviaria, il traforo per la Tav Lione-Torino, che in realtà molti esperti del settore giudicano esageratamente costosa, oltre che inutile e “fuori mercato” nella prospettiva commerciale dei futuri decenni. Ma non è di questa problematica che ora mi occuperò: è fin troppo evidente, d’altra parte, che la mia solidarietà con le ragioni del popolo valsusino è appassionata e totale. Quello che invece mi preme ricordare è una storia particolare. Una storia che, da sola, può servire a giustificare la difesa a spada tratta della Val di Susa e di quel che rimane della sua già violata integrità ambientale. Intendo raccontare, cioè, della meravigliosa Sacra di San Michele, del significato e della vicenda millenaria di questo insigne monumento che certamente figura tra i simboli artistici e religiosi più affascinanti e spettacolari non solo del Piemonte, ma dell’Italia intera.
     Bene, immaginate allora di passare in una limpida notte per l’imboccatura della Val di Susa. Il vostro sguardo sarà attratto da una luce che invita a soffermarsi, a volare lontano con la fantasia. Quella luce, lassù in alto, può apparire come il faro di un’astronave sospesa nel cielo. Illumina un possente edificio di pietra, che si erge a fil di piombo sulla vetta di una rupe vertiginosa, alta quasi mille metri. La rupe è quella del Monte Pirchiriano; l’edificio è un’antica abbazia, una fortezza della fede custodita nei secoli dalla lancia di Michele, l’arcangelo guerriero dell’Apocalisse che già abbiamo incontrato nel nostro viaggio francese a Mont-Saint-Michel. A proposito: provate a collegare con un righello, su una carta geografica o sullo schermo di Google Maps, il sito di Mont-Saint-Michel con quello della Sacra di San Michele; prolungate quindi la stessa linea verso sud-est, e vedrete che la linea passa esattamente sul sito del santuario di San Michele Arcangelo in Puglia; proseguite ancora sulla stessa linea e arriverete fino a Gerusalemme! Ma le coincidenze non sono ancora finite: calcolate le distanze che separano i tre santuari di San Michele e vedrete che sono entrambe esattamente di mille chilometri.

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