Il mese scorso, eravamo rimasti alle mie perplessità sull’introduzione della nuova normativa Enac, che vorrebbe, lo ricordiamo, introdurre un’ulteriore fascia di sicurezza di 1 Km lungo i lati della pista, inquadrando così l’area vincolata per la realizzazione di edifici dal forte valore aggregativo. Le mie perplessità erano dettate dal successivo tentativo dell’Enac di conciliare la sua proposta con le esigenze delle Regioni (così com’era stata proposta, la nuova fascia di sicurezza, per l’aeroporto di Orio al Serio, avrebbe tagliato fuori il Polo del Lusso e il Centro Servizi, interventi già in atto ma per cui ancora non sono iniziati i lavori… n.d.r.), quindi, riducendo l’area da 1 km a 500 metri lungo i lati della pista, e dalla mia spiccia considerazione che già allo stato attuale, molto più vicino di 500 metri, accanto alla pista del nostro aeroporto cittadino, c’è di tutto… Abbiamo quindi interpellato l’Assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Daniele Belotti, diretto interessato per questa vicenda, sempre disponibile a rispondere alle nostre domande, facendo così chiarezza sulla vicenda con la precisione che lo contraddistingue.
Cosa prevede l'attuale regolamentazione?
“Il piano rischi aeroportuale fa riferimento all'Art. 707 del Codice di Navigazione, che ha previsto l’istituzione di un nuovo strumento (la configurazione geometrica) finalizzato alla tutela del territorio limitrofo agli aeroporti dal rischio generato dall’attività di volo, prevede dei vincoli sulle aree ubicate in testa e in coda alle piste, i cosiddetti coni di decollo e atterraggio, nelle quali i Comuni possono autorizzare nuove opere e attività solo se coerenti con il piano di rischio che gli stessi elaborano e adottano.”
Qual’è invece la proposta dell'Enac che, lo ricordiamo, interessa tutti gli aeroporti d'Italia?
“Enac sta valutando una revisione di questa fascia di rispetto, estendendo i vincoli in testa e coda alla pista anche ai lati della stessa. Nella proposta iniziale, questa area vincolata era di un chilometro per lato della pista, ora, in una seconda versione, a seguito delle osservazioni presentate dai Comuni a ridosso degli aeroporti, dovrebbe essere ridotta a 500 metri. La versione definitiva sarà presentata da Enac, dopo una serie di ulteriori confronti con i Comuni aeroportuali e con le Regioni interessate, verso la metà di luglio.”
È stato trovato un compromesso?
“Se verrà confermata la riduzione a 500 metri, penso che tutti i comuni aeroportuali, di destra e di sinistra, che avevano sollevato le loro critiche, potranno essere soddisfatti. Se da un lato vanno considerate le doverose esigenze di sicurezza dei territori circostanti gli scali, dall’altro non si possono dimenticare le legittime richieste da parte delle amministrazioni comunali di pianificare lo sviluppo di strutture che possono essere di servizio per l’aeroporto, pur non essendo sul sedime dello stesso. Nessuno vuole ridurre il livello di sicurezza, anche perché i primi che hanno a cuore la sicurezza dei cittadini sono proprio i Comuni, ma non si possono nemmeno adottare provvedimenti dall'evidente sproporzione rispetto ai benefici. Non è un caso che, salvo la California, questo tipo di estensione del piano rischi non sia stata adottata in alcuna altra parte del mondo. Certo, piacerebbe a tutti, per una questione di sicurezza e impatto ambientale, avere aeroporti con il deserto intorno, ma purtroppo in Lombardia, in Italia e nella maggior parte del resto d'Europa, tutto questo non è possibile.”
Non ritiene in qualche modo superfluo pensare di tutelare nuove eventuali costruzioni quando i rischi maggiori li corrono quelle già esistenti? Nel nostro caso, ad esempio, nel raggio di 1 km c'è già di tutto… il primo rischio lo corre l'aerostazione stessa, poi Orio Center, i capannoni delle varie aziende… “Da un lato è vero,” prosegue Belotti, “tanto che dai nuovi vincoli sono esclusi i servizi aeroportuali all’interno del sedime dello scalo e questo è sicuramente un paradosso. Comunque, è pur sempre una riduzione del rischio visto che si vanno a limitare i nuovi edifici che possono aggregare molte persone, come centri commerciali, stadi (a Cagliari, ad esempio, era ormai già stato approvato il nuovo edificio a lato dello scalo di Elmas), scuole, condomini, che saranno vietati entro 500 metri dalle piste, potranno essere valutati caso per caso nella fascia tra 500 e 1000 metri, mentre oltre il chilometro non sussisteranno vincoli di rischio.”
Senza dover addirittura introdurre una normativa, non si può procedere con il buon senso e di volta in volta valutare l'eventuale progetto da realizzare? Sembra quasi scontato pensare che vicino ad un aeroporto non si possano realizzare determinate strutture, o no?
“Come ho spiegato prima, siamo in Lombardia e in Italia e non in mezzo al deserto. Gli aeroporti sono strutture importantissime, che necessitano di tutta una serie di servizi collaterali, senza i quali non potrebbero garantire la loro funzionalità. Ecco perché i comuni aeroportuali, che subiscono già molti disagi legati all’inquinamento atmosferico e sonoro, non accettano che non si possano trovare benefici dalla realizzazione di strutture di servizio intorno agli scali.”
Ai tempi della realizzazione di Orio Center o degli altri edifici, per esempio, le due parti in causa non si sono confrontate? Nessuno ha avanzato dubbi?
“Fino a pochi mesi fa i vincoli erano solo in testa e coda alle piste, quindi, per l’Orio Center, l’hotel Nh e molte attività industriali e artigianali (quelle che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale) a lato dell’autostrada nei comuni di Orio al Serio, Azzano San Paolo e Grassobbio, non c’erano problemi.”
Qual è la Sua opinione personale in merito all'introduzione della nuova regolamentazione?
“Se verranno accolte le osservazioni dei Comuni penso che una soluzione con una fascia di 500 metri con vincoli rigidi e una seconda da ‘cuscinetto’, sempre di 500 metri, con delle valutazioni caso per caso, possa essere un buon compromesso. Non dimentichiamo, inoltre, che per quanto riguarda Malpensa, Orio al Serio, Linate e Montichiari, ormai da anni sono stati già sottoscritti dagli Enti locali, insieme alla Regione, degli Accordi di programma e dei Protocolli d'intesa, che prevedono impegni ben precisi, sulla base dei quali i Comuni hanno pianificato lo sviluppo del proprio territorio. Tra questi accordi c'è anche quello del Polo del Lusso di Azzano San Paolo.”
Ringraziamo davvero l’Assessore per la disponibilità e la puntualità.
I nostri dubbi sono stati senz’altro chiariti, le mie personali perplessità non del tutto. Non è responsabilità dell’assessore Belotti ovviamente (che, lo ricordiamo, ai tempi non era neppure ancora Assessore). Comprendo “lo scambio equo” del “io ti faccio fare l’aeroporto, tu mi costruisci un centro commerciale o un polo sportivo o qualsiasi altra cosa tanto che io possa giustificarmi con i cittadini…” e ribadisco, in qualche modo, è pure legittimo. Continuo a pensare però che sia paradossale ora non pensare di tutelare maggiormente, prima, quel che già esiste ed è stato costruito a ridosso della pista stessa negli anni, a partire dall’aeroscalo. Sempre in nome della sicurezza dei cittadini e degli utenti degli aeroporti.
Non è la mia materia e non saprei dare suggerimenti in proposito, ma credo che sia lecito supporre che, come l’Enac si è preoccupata legittimamente di tutelare i cittadini e gli utenti rispetto alle nuove costruzioni che “sarebbero” potute sorgere, altrettanto possa fare, prima, nei confronti di quelle strutture che già ci sono e di tutte quelle persone che lavorano in e intorno all’aeroporto o che dormono nelle loro case sonni tranquilli ignorando che tra le aziende che circondano la pista ve ne sono alcune in grado di creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale… lì, come in tutta la Regione, provincia e città… ok, ma vicino all’aeroporto… sia com’è… è anche un tantino più prevedibile che il rischio possa essere maggiore e più reale. Forse potrò sembrare ottusa, ma rimango dell’idea che certe strutture così vicino agli aeroporti non dovrebbero essere costruite: né centri commerciali né attività private che possano costituire un rischio per i cittadini e l’aeroporto stesso.
Noi non ci siamo fatti mancare nulla. Nessun deserto intorno all’aeroporto, d’accordo, ma neppure uno stadio, per intenderci. O meglio, anche se lo stadio, così come il centro commerciale o le piscine…, lo si realizzi 1 km più in là non credo che possa determinare un chissà quale danno vitale per il Comune… per il cittadino (che spesso è messo ben a conoscenza dei benefici ma non di tutti i rischi) magari sì.

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