PROCESSO ALL’E-BOOK:
reo di omicidio (colposo) o assolto per non aver commesso il fatto?
di Luca Rota
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È pressoché inutile rimarcare come, nelle discussioni in ambito letterario da un paio d’anni a questa parte e con frequenza crescente, il “libro elettronico” o - con accezione ormai nazional-popolare - ebook sia l’oggetto di buona parte di esse, accalorate o meno.
Esaltato da parte degli editori, che vedono in esso un’ottima possibilità di aumentare gli introiti e di compensare quelli sempre più asfittici della vendita dei libri di carta ma invero, proprio per questo, tra i primi a frenarne la diffusione, e visto con un certo sospetto dagli autori, che invece temono di non trovarsi più a breve un oggetto, ovvero il libro cartaceo, tra le mani: eventualità simbolica non solo in senso assoluto, ma anche nella sostanza, per una minor possibilità di controllo sulla propria opera, l’ebook è invece sovente messo sotto processo da buona parte del restante mondo letterario come sicario in pectore del libro di carta, il quale, secondo molti incapace di controbattere la contemporanea e tecnologica funzionalità del libro elettronico e dei relativi lettori o ereader, avrebbe la sorte ineluttabilmente segnata.
Insomma: giusto sbattere sul patibolo l’ebook, pronto per essere condannato, oppure no? Una rapida analisi di alcune evidenze, che caratterizzano il panorama editoriale di questi tempi, forse può aiutarci a essere buoni giudici per tale processo ormai istituito.
In primis, la cosa fondamentale in ogni modo si veda la questione è la vendita. L’ebook sarà pure in pectore il killer del libro di carta, ma al momento o meglio a Maggio 2012, in base all’indagine NielsenBookScan sulla lettura di libri in Italia presentata durante lo scorso Salone di Torino, le vendite di libri in formato elettronico rappresentano meno dell’1% delle vendite complessive di libri in Italia, ovvero lo 0,9% del fatturato relativo. Da questo punto di vista, un’arma decisamente poco affilata per un omicidio talmente sancito! In ogni caso, battute a parte, il mercato italiano (soprattutto quello tecnologico) sconta il solito ritardo rispetto a molti paesi esteri, che presentano vendite di ebook ben maggiori; se a breve, quella così esigua percentuale fosse destinata a salire e anche di parecchio, viene da chiedersi se un tale ritardo sia dovuto soltanto all’arretratezza tecnologica italica, ovvero alla diffidenza dell’utente italiano medio circa queste novità, oppure se ci sia dell’altro.
Beh, dell’altro c’è e mi ricollego a quanto scritto poco sopra sul fatto che gli editori esaltino spesso l’ebook come “futuro dell’editoria e della lettura” (e come
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