MARIO MERELLI, UNA DELLE PIÙ ALTE BANDIERE DI BERGAMO
                                              di Valerio Bettoni

     Il presidente del Coni e consigliere regionale Valerio Bettoni ricorda Mario Merelli, alpinista bergamasco morto mercoledì mattina.

     Era una bandiera dell’alpinismo bergamasco e pare davvero una tragica beffa del destino che Marco Merelli, dopo aver dominato dieci dei 14 “giganti” oltre gli ottomila, abbia trovato la morte su una montagna amica. L’avevo premiato il 14 dicembre scorso, alla festa Coni dello sport bergamasco, in Fiera. Era il Mario di sempre, gioviale, concreto, un carattere essenziale, che riassumeva e interpretava al meglio le doti migliori della nostra gente. Era felice, quella sera, in mezzo all’eccellenza dello sport orobico. Lui era un portabandiera straordinario e di bandiere della Provincia di Bergamo, che gli avevo affidato, ne ha portate parecchie sulle cime più alte del mondo. Anche di questo gli sono grato. Lui era uno di quelli che di fronte alle difficoltà, anche le più aspre, resisteva, non mollava. Desisteva solo quando la ragione prevaleva su un’incontenibile passione e sentiva che non era il caso di rischiare la vita. Sapeva rinunciare per tempo. Un’eccezionale tempra di un’ancor più eccezionale umiltà. Per questo gli volevano bene tutti. È una grandissima perdita per l’alpinismo bergamasco e, più in generale, per tutto il mondo della montagna. Sono sicuro di interpretare in questo triste momento i sentimenti di dolore di tutto il popolo bergamasco, che è vicino alla moglie e alla famiglia Merelli con dolore nel ricordo.

 
 
 
 
 
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