condivisione consente, infatti, di realizzare concretamente il progetto di cura delineato per il singolo malato e di rivedere ed adattare lo stesso piano al cambiare dei bisogni del malato, così come al mutare delle situazioni di contesto.
In merito ai programmi e alle attività nel modello GentleCare, il riferimento è ai concetti legati alla normalità e alla quotidianità. L’intento principale è quello di ricostruire, per ogni malato, una “routine giornaliera personalizzata”, che faccia riferimento agli elementi biografici e di contesto noti per quella persona (quindi valori culturali e morali di riferimento, attitudini, propensioni, competenza specifica), che enfatizzino i livelli funzionali esistenti e ottimizzino i punti di forza del malato. Nel modello GentleCare, pertanto, la singolarità del paziente e del sistema familiare nel quale il soggetto vive è inserita all’interno del quotidiano, il quale diventa l’elemento cardine del programma.
Per maggiori informazioni è possibile accedere al sito www.gentlecare.com.
In Italia, questo metodo di cura è stato sperimentato presso l’Istituto Golgi di Abbiategrasso ed ha prodotto dei buoni risultati. Nei casi seguiti dall’Istituto presso il nucleo Alzheimer, i disturbi del comportamento si sono modificati positivamente con una conseguente riduzione del ricorso a psicofarmaci, si sono modificati positivamente i disturbi del comportamento ed anche lo stress di chi si occupa dei malati.
Altre informazioni su questo progetto e su altri attualmente in corso le si possono trovare nel sito www.alzheimer.it.
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