luogo, fu allestito il campo per la notte, ma, malauguratamente, i tre equipaggi furono aggrediti da un gruppo di ribelli e tutti i membri della spedizione, ad eccezione del tenente cappellano Marco Borello e dei due interpreti indigeni, furono trucidati e i tre aerei incendiati.
     L’impressione per la morte di Locatelli, in Italia, fu notevole e l’opinione pubblica ne fu davvero scossa.
     L’anno successivo, nel 1937, con decreto del 15 marzo, al pilota ed agli altri componenti degli equipaggi fu conferita la medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria. Con questa terza onorificenza, Antonio Locatelli rimane oggi l’unico militare della Regia Aeronautica per tre volte decorato con la massima medaglia al valore.
     Antonio Locatelli morì quindi il 27 giugno 1936. All’Aquilotto di Bergamo non fu concesso nemmeno l’onore di trovare la morte nel suo elemento, l’aria; ci ha lasciato invece come un mortale qualunque, con i piedi per terra, lui che tanto aveva fatto sognare le persone con le sue imprese di volo.
     Gabriele D’Annunzio volle che fosse seppellito al Vittoriale e per questo motivo mise a disposizione un’arca funeraria. I resti di uno dei due Ca.133, successivamente recuperati, furono trasformati in un monumento ai caduti.

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