Furono proprio i voti della circoscrizione Estero ad essere determinanti per la vittoria di Romano Prodi, ma questo risultato, sfavorevole alla coalizione di centro-destra, causò un ripensamento del ruolo politico di Tremaglia nel partito.
     Nel 2008 fu rieletto nella lista di Alleanza Nazionale in Lombardia, ma, in occasione dell’ultimo congresso di AN che avrebbe sancito lo scioglimento del partito e la sua adesione alla Casa delle Libertà, egli entrò in attrito con Gianfranco Fini a causa delle idee diverse in merito al valore dell’antifascismo.
     Nel 2009, Tremaglia si distinse per la sua netta presa di distanza dall’introduzione del reato di clandestinità, definendolo “assurdo” e “inventato” e difendendo i diritti degli emigranti all’estero; purtroppo, in questa sua battaglia fu lasciato solo dal partito, ma a fine luglio del 2010, dopo l’uscita di Gianfranco Fini dal PDL, Tremaglia aderì al neonato gruppo di Futuro e Libertà.
     La legge che porta il suo nome è il risultato del grandissimo impegno che Mirko Tremaglia ha sempre messo nel cambiare le modalità relative all’esercizio di voto degli Italiani che vivono all’estero. Infatti, egli, battendosi con convinzione di idee, è riuscito ad ottenere la modifica della Costituzione Italiana negli articoli 48 (istituzione della circoscrizione Estero), 56 e 57 (numero dei deputati e senatori eletti dai cittadini italiani all’estero). Ricordiamo che, dopo l’introduzione di questa legge, al primo appuntamento elettorale si recarono circa un milione di Italiani residenti in altri Paesi del mondo; precedentemente avevano votato un numero decisamente inferiore di persone. Questo ottimo riscontro è dovuto al nuovo sistema di voto introdotto da Tremaglia, cioè per tutti quelli che lo desiderano è possibile esprimere il proprio pensiero elettorale, oltre che recandosi di persona nei collegi elettorali dei comuni autorizzati, anche tramite una procedura di voto postale raccolti poi dai consolati dei paesi di residenza.

     Una vita, quella di Tremaglia, dedicata agli “esuli” veri, cioè dedicata a tutti quelli che hanno dovuto lasciare il proprio Paese e che, proprio grazie a lui, hanno riacquisito il diritto di voto. Una battaglia durata una intera carriera politica, iniziata nel 1969 con l’istituzione dei “Comitati Tricolori per gli Italiani nel Mondo” e terminata 37 anni dopo con la legge che porta il suo
nome.
     Mirko Tremaglia, afflitto da tempo dal morbo di Parkinson, morì a Bergamo il 30 dicembre 2011 all’età di 85 anni.
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