IL PATTO DI STABILITÀ AFFOSSA LE ASPETTATIVE COLLETTIVE
                                              di Pierluigi Piromalli

     La scure fiscale del Governo centrale si è abbattuta, come era prevedibile, sulle municipalità ed anche a Bergamo la situazione da preoccupante è diventata addirittura drammatica, come testualmente e pubblicamente dichiarato dal sindaco Tentorio. L’anno appena iniziato imporrà ai cittadini, infatti, sacrifici sia in termini di tassazione locale sia per quanto riguarda la fruizione dei servizi, poiché il Comune sarà costretto a rispettare il patto di stabilità a fronte degli ulteriori tagli operati a livello nazionale.
     Recentemente, sul tema, Tentorio si è confrontato con il suo omologo Fassino, primo cittadino di Torino, presso la Casa del Giovane a margine del convegno organizzato dalla Acli di Bergamo nell’ambito della manifestazione “Molte fedi sotto lo stesso cielo”. I due sindaci hanno dibattuto sulle politiche locali affrontando l’analisi dei problemi di gestione economica e politico-sociali fino ad evidenziare le crescenti difficoltà nel far quadrare i conti pubblici degli enti locali. Fassino, ponendosi controcorrente, ha dichiarato che sforerà con gli investimenti, calandosi nel donchisciottesco ruolo di nemico del patto di stabilità, ritenuto una prigione per i Comuni e, di conseguenza, un ostacolo per garantire ai cittadini la continuità di erogazione dei servizi pubblici.
     Nel caso di Bergamo, coinvolta nello stesso problema della città piemontese, il bilancio di Palafrizzoni si è chiuso, nel 2011, senza tagli di servizi e senza aumenti di tasse, ma la nuova ondata di provvedimenti legislativi non fa presagire nulla di buono. La manovra estiva aveva già inciso sulle casse locali per oltre 6,5 milioni di euro ed i provvedimenti dell’Esecutivo Monti sottrarranno ulteriori 3,8 milioni, facendo riporre nel cassetto progetti e ambizioni dell’Amministrazione.
     Per affrontare le spese correnti il Comune sarà ora costretto a rivedere i costi interni oppure ad alzare i tributi, mentre sul fronte investimenti l’alternativa alla annunciata alienazione del patrimonio immobiliare e azionario dell’ente potrà essere ovviata solo se fosse rivisto il patto di stabilità, come auspicato nel convegno. Deputate al sacrifico saranno forse le azioni di A2A, l’azienda di servizi pubblici, ovvero quel tesoretto da 60 milioni di euro che equivale a liquidità, mentre più difficile sarà procedere alla dismissione degli immobili, visto che il piano delle alienazioni prevedeva per lo scorso anno la realizzazione di 5 milioni di euro, ma si è rivelato un tentativo abortito anche se l’iniziativa verrà riproposta nel corso del corrente anno e verrà estesa probabilmente ad

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