Una delle conseguenze di questa situazione riguarda adesso le certificazioni obbligatorie per ottenere l’agibilità dei locali visto che molte imprese non possono e non vogliono avallare un lavoro concluso da terzi esponendosi al rischio di contestazioni per responsabilità imputabili ad altri.
Come al solito si assiste al classico teatrino nostrano quando si dibatte di opere di pubblica utilità e il rilascio delle certificazioni, comunque indispensabili per consentire l’avvio delle operazioni nel nuovo Ospedale, è da porre in stretta correlazione con l’inadempienza dell’appaltatore principale e la mancata vigilanza della committenza. Se è vero che l’Azienda Ospedaliera avrebbe dovuto verificare la regolarità delle obbligazioni tra appaltatore principale e subappaltatori è altrettanto vero che la crisi finanziaria della DEC non può essere ora invocata come giustificazione del mancato pagamento delle pendenze contestate, né la procedura di concordato può costituire la soluzione necessaria ad arginare le problematiche evidenziate.
L’intera vicenda va in realtà inquadrata in un contesto molto più articolato e nasce dalla mancata previsione di un adeguato strumento legislativo che garantisca committente e soprattutto il mondo del subappalto, che troppo spesso subisce i contraccolpi e le logiche distorte e poco chiare delle aggiudicazioni e dei pagamenti differiti ad oltranza fino a determinare l’ammissione a procedure concorsuali controllate sulla cui effettiva necessità e rilevanza ci sarebbe da operare serie riflessioni.
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