maggiormente attenta a tutelare i valori paesaggistici, contrastando le pressioni del mercato dell’edilizia desideroso di acquisire, con sempre maggiore insistenza, spazi per realizzare insediamenti residenziali e commerciali, che non sempre trovano adeguato riscontro nel mercato immobiliare.
     L’invito ad una maggiore sensibilizzazione non deve, però, essere interpretato come volontà contraria ad edificare, ma come spinta a rivolgersi ad una cultura urbanistica più evoluta e cioè riqualificare vecchie costruzioni, rigenerare le aree urbane degradate o dismesse e arrestare soprattutto il consumo del suolo, vera risorsa naturale che non deve essere sacrificata sull’altare del progresso e, in questo senso, il Parco dello Sport tende a delinearsi come opera di indubbia importanza e utilità, ma di altrettanta invasività.

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