si prospetta è davvero allarmante, noi futuri anziani dovremo affrontare questo tipo di problemi economici, se oltre a questo alcune persone dovranno affrontare anche quello medico la situazione potrebbe essere ancora peggiore. L’assistenza sanitaria pubblica è più costosa che in passato, i ticket sanitari sono aumentati e sono difficili da sostenere per molte famiglie; le forme di assicurazione pensionistica e sanitaria private non sono alla portata di tutti perché anche queste hanno un costo e solo chi ha un buon lavoro se le può permettere e questo ci riporta sicuramente al problema della disoccupazione e alla situazione economica attuale.
     Molti anziani dei nostri giorni che hanno lavorato una vita e quindi hanno raggiunto i livelli contributivi necessari per percepire la pensione si trovano a dover aiutare economicamente i propri figli o nipoti in difficoltà finanziarie, ma questi in futuro diventeranno delle “mosche bianche”. Il fattore aggravante della disoccupazione prodotta dalla crisi economica, a mio parere, non è stato contemplato negli studi finora attuati per i progetti di riorganizzazione pensionistica, anche perché è abbastanza recente. L’allungamento della vita è una previsione che attraverso i rapporti Istat sulla popolazione si è potuta prevedere con largo anticipo, una crisi economica di questa portata invece è difficile da prevedere su dati statistici.
     Non ci sono soluzioni pronte da proporre, ma sicuramente iniziare tutti a parlarne e cercare di attirare l’attenzione su questo argomento è già un buon inizio. Occorrono persone capaci e competenti in materia previdenziale e sociale, che riescano con i dati alla mano, con il ragionamento e il confronto a proporre delle soluzioni possibili e attuabili.
     Noi possiamo soltanto rimanere in allerta, focalizzare l’attenzione collettiva sul problema e valutare attentamente le competenze di chi andrà poi a legiferare in materia, dobbiamo stare molto attenti alle proposte politiche che ci presenteranno i partiti per le prossime future elezioni, dare un sostegno ragionato ai programmi e non alla simpatia per un politico, nella speranza che poi i programmi vengano mantenuti.
     L’attuale contesto socio-economico mi fa vedere proiettato nell’immaginario 2030 molte persone anziane che faranno la fila alla Caritas per un pasto caldo o agli sportelli del Servizio Sociale per un buono, ma quello che voglio e che, sono sicura, vogliamo tutti è ben altro.

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