DEMANIO MARINO, SPIAGGE E DIRITTI VIOLATI
                                              di Pierluigi Piromalli

     Osservando i tempi che corrono verrebbe spontaneo discorrere di decreti governativi “salva o ammazza Stati” e di manovre correttive per arginare la spesa pubblica, oppure di soluzioni per tamponare il dilagante ricorso al prelievo fiscale attraverso la tassazione, di spread, che sale e scende come la pressione arteriosa di un iperteso, di crisi economica, che un giorno viene annunciata come in fase di esaurimento e quello dopo presagisce il default del Paese. Tuttavia, aggiungere argomentazioni a tutto quello che sta accadendo nel particolare momento storico vissuto dalle economie mondiali diventerebbe l’ennesimo esercizio di stile per esprimere la propria opinione allo scopo di giustificare ciò che succede ma i cui perversi meccanismi sfuggono alla comprensione dei più. Meglio allora dilettarsi a trattare argomenti più leggeri, magari vagamente effimeri, ma che, tutto sommato, descrivono una quotidianità inosservata ma spesso paradossale e umoristica.
     Faccio riferimento, in particolare, alle coste della Penisola e alle loro numerose spiagge, talune supergettonate ad altre meno ambite, ma che sono diventate dei veri siti “borderline” dove occorre fare attenzione per non incappare in divieti sempre più stringenti e quindi nelle relative sanzioni. Si assiste, in estate, al vero delirio delle masse umane che nella spiaggia trovano ispirazione per osannare lo spirito edonistico dell’ozio verace e che dalla spiaggia pretendono il massimo confort tipico del focolare domestico dove nulla deve poter mancare.
     La storica Italia spiaggiaiola e caciarona, raccontata dall’occhio clinico di registi cinematografici, che hanno costruito divertenti ed effimere commedie di costume, è stata, soprattutto nell’ultimo ventennio, terra di conquista di stabilimenti balneari ed è stata saccheggiata dalle richieste di concessioni distribuite a pioggia, che hanno favorito la nascita costante di lidi dai nomi più curiosi, che ormai costituiscono e caratterizzano il paesaggio marino. La maggior parte dei borghi marinari e delle cittadine che si affacciano sul mare hanno subìto decise trasformazioni urbanistiche, perdendo la loro genuinità in nome dello sviluppo e della valorizzazione territoriale.
     Percorrendo qualsiasi lungomare italiano, fatta eccezione per quelle zone ancora dimenticate e fuori dal grande circuito turistico, difficilmente si può ancora gustare quel panorama ambito e da tutti un po’ agognato, ovvero lo spettacolo del mare, il quale ora viene oscurato da casette, lidi, bar e strutture

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