liste civiche spontanee certificate, che alcuni sondaggi accreditano di percentuali alte al voto. In ogni caso, Grillo sponsorizza un modo atipico di intendere la politica, che culmina nelle elezioni come terreno di verifica, ma che fornisce alcuna ricetta per proporre un pensiero il quale, partendo dal risultato delle elezioni, deve creare e pur sempre gestire una immensa organizzazione gerarchica che è lo Stato.
Nell'orizzonte mentale di Grillo, questo problema, in realtà, non si pone e non perché egli ragioni da assolutista, ma semplicemente in quanto lo zoccolo duro del suo pensiero ruota intorno alla critica dura e spietata della classe dirigente, ma non prevede la progettazione di idee rivolte a governare lo Stato.
Questa indotta forma di pensiero e di concepire l’amministrazione della cosa pubblica conduce inevitabilmente allo smantellamento della politica come capacità di indirizzo e di gestione e se i partiti non supereranno le proprie divergenze riconquistando la fiducia dell’elettorato si assisterà ad un trionfo dell’antipolitica e dell’ingovernabilità e forse sarà troppo tardi per rimediare all’agonia del Paese.
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