LA CORRUZIONE STA DILAGANDO
                                              di Gaudenzio Rovaris

     “Allarme della Corte dei conti 20 anni dopo Mani Pulite” [prima pagina del “Corriere della sera” del 17 febbraio 2012].
     Devo ammettere che da alcune “puntate” mi riprometto di trovare argomenti “diversi”, ma che il modo di pensare della gente, di cui in questa rubrica mi faccio umilmente portavoce a volte anche con qualche escursus letterario, segue delle linee abbastanza ripetitive, conseguenti sia ai titoli dei media sia alla logicità della gente semplice.
     Se è vero che in questi giorni (il Direttore ci chiede i pezzi entro il giorno 20 del mese…) i protagonisti sono i Celentano o le farfalle più o meno nascoste, più o meno di buon gusto, è pur vero che un tema più serio riguarda la corruzione e la trasparenza, due termini che potrebbero essere piuttosto interdipendenti.
     Credo di poter sorvolare sui Celentano, sulle farfalle e sugli sproloqui di alcuni comici a Sanremo: sono purtroppo il chiaro manifestarsi del livello culturale di un servizio pubblico che ci squalifica! Sono veramente contento di non aver seguito questo triste spettacolo di sperpero di denaro pubblico, di essermi limitato a leggere le recensioni sui quotidiani e di essere tra i sostenitori su un social network del gruppo “Se non stai guardando Sanremo”. Comunque, questa manifestazione tanto seguita (la percentuale di share è probabilmente frutto di rassegnazione e la standing ovation al nuovo predicatore forse non lo è da meno) permette di collegare la seconda parte dei temi di attualità che interessano alla gente: la corruzione e la trasparenza.
     A vent’anni da Mani Pulite l’allarme del Presidente della Corte dei conti è sintomatico. Quante volte la gente è stanca di queste sfilate di ermellini che di fronte a platee di qualità ogni anno nelle diverse procure o in inaugurazioni dell’anno di attività varie (il sedici febbraio…, non il primo gennaio!) si stracciano le vesti di fronte a dati catastrofici sulla corruzione e sui processi pendenti, come se non fosse compito loro provvedere a che tali problemi siano risolti e riferirsi forse (absit iniuria verbis) a molti dei presenti in sala in modo esplicito. In effetti, se consideriamo il numero delle inaugurazioni degli anni giudiziari ed il numero dei presenti, potremmo chiederci se non sarebbe meglio che tante energie non fossero profuse per espletare qualche processo.
     Tante volte la gente vorrebbe un po’ più di trasparenza, soprattutto sull’amministrazione dei soldi delle proprie tasse! Così dovrebbe essere dai compensi ai vari “ospiti” o conduttori o giornalisti o dirigenti, dal sottobosco

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