NATALE NEGLI OCCHI… CRISI NEI CUORI
                                              di Gaudenzio Rovaris

     Quest’anno, nonostante tutto, si cominciano a vedere illuminazioni natalizie nelle principali vie dei paesi e delle città: il Natale arriva e bisogna illuminare gli occhi. Purtroppo si riaccendono anche i ricordi di un tempo che fu…
     Quanta ansia nell’attesa di un piccolo dono a Santa Lucia…: si scriveva la letterina e spesso si accompagnavano i bambini alla chiesa di Santa Lucia; si preparavano la paglia ed il latte per l’asinello, un biscottino per la Santa; ci si recava a letto molto presto perché la Santa, se fosse arrivata e ci avesse trovati svegli, sarebbe andata altrove…; la gioia di una sorpresa che nella mia infanzia era un mandarino, una bella mela rossa, qualche arachide e qualche zuccherino colorato (ed io ero un bambino fortunato!) [amante delle piccole gioie ancora oggi vengo deriso dai miei figli (ormai adulti) quando dico di preparare la scarpina…].
     Quanto impegno nel preparare il presepio, i paesaggi e le statuine: la magia del piccolo bambino nella mangiatoia… Ma oggi quale sarà il Natale per il mio nipotino? La Santa Lucia che monta un asinello (chi ha mai visto un asinello nelle città?); la mangiatoia di una stalla (chi oggi immagina che ci si trovava nelle stalle per ripararsi dal freddo e che erano stalle diversissime dalle moderne efficienti e tecnologiche).
     La zia lo ha accompagnato al supermercato per vedere i giocattoli (che carino: aveva chiesto che Babbo Natale gli portasse un burro cacao ed un uccellino, anche finto…): è tornato tanto eccitato e con l’elenco infinito di ciò che avrebbe voluto trovare sotto l’albero…
     Erano tempi difficili quelli della mia infanzia, ma anche oggi non possiamo essere molto ottimisti, anche se ogni genitore farà il possibile per accontentare i suoi bimbi, magari privandosi lui di qualcosa di utile! Sapremo cogliere almeno un Natale dei cuori? Ne dubito dal momento che sempre più spesso trionfano il rispetto per le altre religioni (naturalmente siccome siamo civili, siamo sempre noi a “calar le braghe” e a porgere l’altra guancia), la perdita di valori universali ed il trionfo della finanza e della globalizzazione, le immagini sempre più tristi di stragi militari, di bimbi, donne e vecchi che vivono tragicamente le guerre nel mondo nell’indifferenza dei grandi e dei vari politici…
     Ricordo fotografie su un reportage de “L’eco di Bergamo” di un paio di anni fa che rappresentavano un padre palestinese che inutilmente cercava di proteggere con la sua persona il figlioletto dalle pallottole di un cecchino e una madre palestinese con in braccio il bimbo ucciso, che sembrava la

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