Si diceva, in principio a questo articolo, che una particolare cura verso la biblioteca di una località, piccola o grande che sia, ne denota l’altrettanto particolare attenzione verso la propria comunità, i suoi abitanti e il loro benessere civico. Bene, se assimiliamo l’intera rete bibliotecaria provinciale ad una sorta di unico grande “edificio” e ne constatiamo lo stato, possiamo essere piuttosto fieri della cura che Bergamo ripone in esso, in questo elemento sociale e culturale così importante della (e per la) propria identità provinciale. Indubbiamente si può fare di più, probabilmente molto di più, ma si può affermare che i bergamaschi hanno a disposizione, nei propri paesi e nelle città, un piccolo/grande tesoro culturale di cui possono essere orgogliosi tanto quanto consapevoli che la sua conservazione e prosperità è anche nelle loro mani.
     Nella speranza che una tale consapevolezza non venga mai meno ed, anzi, possa costantemente crescere, e la passione per i libri e la lettura farsi sempre più solida nonostante la “società liquida” (per dirla con Zygmunt Bauman) che la nostra bizzarra epoca contemporanea ci presenta.


Bergamo, Città Alta, Biblioteca civica Angelo Mai
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