Negli altri settori, i piccoli ospiti avevano l’occasione di provare altri sport, meno conosciuti, come per esempio la scherma, l’arrampicata con le corde, il golf, la ginnastica artistica ecc… sullo sfondo, invece, facevano bella mostra di sé gli immancabili gonfiabili tanto amati dai bambini!
Dopo aver girato anche questo padiglione ci siamo chiesti: ma i bambini dove trovano l’energia? Hanno le pile atomiche? Ovviamente, sono stati allestiti anche degl’angoli relativamente più tranquilli, dove i bambini potevano “riposare” (si fa per dire) ascoltando le fiabe raccontate dai protagonisti dei programmi Tv da loro amati, come Dodò dell’Albero Azzurro e i commentatori di Rai Yo-Yo, canale educativo molto amato dai bambini.
Grazie a questo format ormai consolidato, questo mix ben riuscito di attività ludiche e sportive insieme, la manifestazione ha ottenuto numeri interessanti, confermandosi così come evento di riferimento nel settore dell’infanzia: dal 2004 ad oggi sono state diverse migliaia le classi primarie e materne partecipanti all’iniziativa e decine i concorsi effettuati, fra i quali spiccano le fasi finali di Cartolandia.
Vogliamo ricordare inoltre che l’edizione 2013 di Lilliput ha offerto il suo contributo per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, andata distrutta in un incendio doloso lo scorso 4 marzo, città con la quale la manifestazione bergamasca, tramite la Fondazione Idis, che la gestisce, aveva stretto nel corso degli anni una collaborazione culminata con la realizzazione di un Villaggio creativo-educativo nel sito andato distrutto.
Per dare un contributo concreto alla ricostruzione, oltre alla raccolta fondi, che si è tenuta nello spazio in fiera dedicato proprio alla ex Città della Scienza partenopea, Lilliput ha confermato la propria seconda edizione del Villaggio della Scienza, che si terrà dal 30 aprile al 5 maggio prossimi, proprio davanti al golfo di Napoli.
Complessivamente un bel pomeriggio e una buona manifestazione, anche se dobbiamo levare una critica abbastanza severa, ovvero la mancanza di attenzione che l’organizzazione ha dimostrato verso i più piccoli. Girovagando, abbiamo raccolto delle critiche di molte mamme che lamentavano di non avere un posto dove poter cambiare il pannolino al piccolo, se non un unico traballante fasciatoio nascosto dietro la porta di un bagno a disposizione degli utenti, e la mancanza di un luogo relativamente più tranquillo dove scaldare il biberon di latte; per una manifestazione che ha fatto dell’infanzia il proprio punto centrale, l’allestimento di un “angolo nursery” con tutto il necessario per il confort dei più piccoli era assolutamente d’obbligo. Peccato, davvero.
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