È proprio il Tribunale, il quale comincia a soffrire la mancanza di spazi, che potrebbe aver bisogno, più di altri, di ulteriori superfici da destinare agli uffici, anche a causa dell’imminente accorpamento, sempre che il Governo non decida nuovamente di rivedere la geografia dei circondari giudiziari, delle sezioni distaccate dopo la soppressione delle sedi di Clusone, Treviglio e Grumello del Monte.
All’epoca della ristrutturazione del complesso di via Borfuro nessuno poteva certo prevedere che la scure dei tagli alla spesa pubblica potesse colpire le sezioni distaccate del Tribunale, oggi formalmente soppresse, e vista la necessità di accorpare e recuperare spazi per accogliere i carichi di lavoro di queste sedi, la soluzione di una riorganizzazione degli uffici appare forse la più gettonata. Del resto, il Palazzo di Giustizia è nato, dopo febbrili discussioni, dal recupero di aree preesistenti riadattate ad un utilizzo comune e la sua limitata estensione spinge a valutare seriamente questa possibilità.
Di necessità bisogna, insomma, far virtù e preso atto che il momento non consente né voli pindarici né, tantomeno, progetti avveniristici, tanto vale prendere in considerazione la concreta possibilità di riutilizzare le migliaia di metri quadrati offerte da un complesso appena dismesso e per questo motivo facilmente attrezzabile, riconvertendolo per finalità collettive diversificate come, appunto, il Tribunale, l’Università o altri uffici di interesse collettivo. Ciò consentirebbe di perseguire un’ampia gamma di obiettivi non trascurabili, quali il facile accesso alle strutture da parte dell’utenza, una altrettanto facile reperibilità di posti auto e parcheggi, un rilancio delle attività commerciali già esistenti, una riqualificazione complessiva della zona, un recupero di spazi immobiliari di pregio architettonico e urbanistico e un alleggerimento dei volumi di traffico nel centro cittadino.
Tali scelte, in ottica di prevenzione, di recupero urbanistico e di sicurezza, contribuirebbero ad allontanare il tanto temuto degrado, con buona pace della popolazione residente e, magari, con bonus spendibili, in prospettiva elettorale, anche da parte dell’attuale Amministrazione.
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