sempre più grave ed incisiva crisi economica che spinge a licenziamenti di massa, a chiusure ininterrotte di aziende, a suicidi di gente disperata che non vede più via d’uscita a situazioni estreme, che impone rinunce e sacrifici e dall’altra, con altrettanta enfasi e disincanto, narra aneddoti divertenti e speranzosi di esodi vacanzieri in evidente contrapposizione ad una realtà severa quotidianamente rammentata su giornali e TV.
La notizia insomma deve essere in grado di far scattare il campanello d’allarme dell’attenzione collettiva, deve mettere in moto il perverso meccanismo dell’ansia che tiene alta la soglia di partecipazione dell’ascoltatore e del lettore con il rischio, però, che le degenerazioni e le esagerazioni giornalistiche producano una percezione distorta dei fatti e, inevitabilmente, un logorio della credibilità del sistema.
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