partiti, nella loro testarda miopia e convenienza, non hanno voluto mettere mano.
In un quadro politico drammatico e fortemente modificato si apre comunque un'opportunità positiva, quella di riformare la legge elettorale, magari sul modello francese, cercando di dare quella stabilità che oggi il Paese non possiede. Il senso di responsabilità che si invoca potrebbe spronare l’attuale classe politica a governare nell’interesse del Paese e delle sue priorità e il prossimo esecutivo, di qualsiasi natura e colore, dovrebbe insomma preoccuparsi di inquadrare le scelte economiche urgenti a favore di famiglie e imprese, per stimolare i consumi, la competitività e la crescita, in una sorta di protocollo europeo. Con aziende che chiudono, posti di lavoro che saltano, mediamente 600 al giorno, salari ai minimi storici e prospettive pressoché inesistenti, occorre che venga messo a punto, quanto prima, un programma preciso e articolato, il quale risponda alla legittima domanda dell’elettorato, ovvero poche riforme, ma che siano vere, coraggiose, incisive e possibilmente non depressive.
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