dell’architetto, oggi possiamo solo ammirare gli esiti dell’intervento del Caniana, avvenuto fra il 1730 e il 1740, di stile prevalentemente barocco. Nella facciata della chiesa possiamo ancora oggi leggere le varie vicissitudini costruttive. La base di pietra, il rosoncino centrale e la finestra murata sono di epoca trecentesca, l’attacco in muratura sulla parte sinistra dell’edificio richiama l’interno del ‘500, mentre il resto, ovvero il profilo e la pianta della chiesa, nonché le dimensioni della stessa, ricordano chiaramente l’ampliamento avvenuto nel Settecento, così come il finestrone centrale, con le due nicchie laterali, e il portale con le sue statue in arenaria oggi irriconoscibili.
     Il monastero annesso a questo edificio religioso, invece, fu fondato nel 1311 ed affidato alla congregazione dei padri Celestini, fino al 1476, anno nel quale si insediarono i Canonici Regolari Lateranensi, che trasformarono il convento in un importante centro culturale e di spiritualità. La Repubblica di Venezia, nel 1785, soppresse definitivamente il monastero, “condannandolo” così a divenire soltanto centro culturale ed educativo, infatti, oggi è la sede degli Istituti Educativi di Bergamo e dell’Archivio di Stato.
     La via Pignolo continua fregiandosi, sia sul lato destro della strada quanto su quello sinistro, di numerosi palazzi patrizi che non possono essere ignorati. Al civico 56, per esempio, possiamo ammirare Palazzo Berizzi, soggetto, nel ‘700, quando divenne dimora del Conte Giacomo Carrara, fondatore dell’omonima accademia, ad un restauro importante, che ne ha cambiato l’aspetto esterno ed interno; oltre l’androne d’ingresso del palazzo vi sono due cortili, il primo consente l’accesso al salone con camino e veranda dalle pareti finemente affrescate, la quale poi si apre su un delizioso giardino recintato da alti muri affrescati, il secondo cortile, invece, quello rivolto verso il lato strada, porta ad una sala da musica ovale con decorazioni neoclassiche.
     Al civico 45, invece, troviamo Palazzo Marenzi, costruito probabilmente nel ‘600 sui resti di un antico convento. Il portale sulla via è bugnato, lo spazioso androne d’ingresso, inframezzato da una cancellata di ferro del ‘900, conduce ad un cortile porticato aperto su tre lati, ad archi ribassati, mentre percorrendo la scala d’accesso ai piani superiori, se alziamo lo sguardo al soffitto dell’ultima rampa, possiamo ammirare un affresco, staccato e trasportato su tela, di Enrico Albricci: “Il Parnaso”.
     Il giardino di questo palazzo, aperto al pubblico, ha un’aria estremamente romantica con il suo laghetto provvisto di imbarcadero, la grotta artificiale, una torre finemente decorata in stile gotico e un belvedere dal quale è possibile ammirare tutta la pianura bergamasca.
                                                                      .............continua prossimamente

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