del libro: l’amore. Pare che sia proprio questo sentimento la causa di tutti i guai di Whitney Houston, il suo immenso amore per un bad boy, Bobby Brown, cantante… da strapazzo, che la condurrà alla rovina. Non si sa se sia stato lui ad iniziare la Divina alle droghe, all’alcol e agli eccessi o, come sottolineano gli autori, sia proprio lei il Diavolo tentatore, sta di fatto che pagine e pagine di questo libro ci raccontano di questo amore tormentato, di festini a base di sesso, droga e rock & roll, di ceffoni e occhi neri, di lacrime amare e risate stridule. Ovviamente, non manca anche il sospetto, neanche troppo ventilato dai due autori, che la bella Whitney amasse il “caldo abbraccio” delle signorine, soprattutto quello affettuoso della propria assistente-segretaria Robyn Crawford. Ovviamente, mi ripeto, non mi voglio dilungare oltre su questo tema; più che una biografia sembra di leggere un accozzaglia di gossip su quanto Whitney facesse-dicesse-con il proprio bad boy o di quanto tirasse di crack, con un insieme di notizie che non si capisce dove gli autori le abbiano scovate. Forse non lo sappiamo ma erano anch’essi amici “intimi” della Divina.
     A corollario di tutto questo, la nascita di una bimba, Cristina Bobbi Brown, ciliegina sulla torta che avrebbe dovuto riportare Whitney sulla retta strada e non ancora sulle vecchie cattive abitudini.
     Pagine scritte confusamente, con un linguaggio da teen-ager, gossip a non finire, un quadro della cantante non di certo edificante, pettegolezzi e malignità: ecco quanto si può trovare in questo libro. Per dare una parvenza di importanza, alla fine di ogni capitolo un infinito elenco di canzoni, Cd, premi e Awards che la Houston ha vinti, un elenco infinito così come infinita sembrava la sua voglia di autodistruzione. Perché poi? Questo è l’interrogativo che assilla ancora oggi i suoi fans, non solo loro, ma perché infangarne anche il ricordo con libretti insulsi come questo?
     Fa tanta tristezza leggere queste pagine, così come triste è stata la fine di Whitney Houston, annegata, da sola, in una malinconica vasca da bagno di un anonimo albergo.
     Le uniche parole belle di questo libro, ammesso che siano veritiere, sono quelle riportate alla fine del volume ed attribuite proprio a Robyn Crawford: “io amavo la sua risata ed è ciò che mi manca di più. Spero solo che non abbia sofferto e che non avesse perso ogni speranza, ha dato così tanto a così tante persone, spero che in cambio si sia sentita amata. Lei è stata al centro dell’azione per così tanto tempo. Ed ora non c’è più. Spero trovi finalmente riposo e pace.”
     Ciao Whitney, we will always love you.
                                                                               Cristina Mascheroni

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