applicata in Italia. Dal tanto parlare di femminicidio mi è nata poi l’idea (in realtà suggeritami da una cara amica…) di analizzare la figura femminile nella storia e nelle ideologie, cercando di cogliere le radici di questa violenza più o meno esplicita. Chissà se nel mondo preistorico le mogli venivano veramente catturate per i capelli, quante liti e guerre furono generate da offese al machismo (la più famosa, la decennale guerra di Troia, si parla della città, non di Elena… per vendicare le “corna” di Menelao…) come mai gli antichi romani furono costretti a rapire le donne sabine, come mai la violenza sulle donne sia esplosa in modo così evidente in questi ultimi anni.
     Credo che l’aspetto più significativo sia da cogliere non nel numero degli omicidi, ma nella supposizione sul numero di violenze non denunciate, di violenze frutto di stalking, spesso sottovalutato, di violenze tra le mura domestiche…
     La storia è una vicenda essenzialmente maschilista, caratterizzata quasi sempre da figure di predominio di pochi sui molti e, in particolare, del maschio sulla femmina; basti pensare alla figura della donna relegata nella sua funzione di madre e responsabile dell’andamento domestico, ma lontana dai banchetti e dalle decisioni nell’antica Grecia o alla matrona romana che era sottomessa alla potestas del padre e del marito, che avevano potere assoluto nella famiglia, ed al sempre più frequente rifiuto del riconoscimento della figlia femmina abbandonata all’esposizione con la non poca possibilità di essere raccolta da venditori di schiavi ed avviata alla prostituzione, alla stessa citazione di Cacciaguida nel Paradiso dantesco, in cui celebrando la situazione di Firenze diceva che una figlia creava problemi al genitore per le conseguenze economiche che avrebbe create, alla stessa condizione delle nostre nonne, praticamente schiave della casa e senza un introito economico che le rendesse almeno in parte autonome dal marito.
     Ho sfogliato numerosi siti sulla figura femminile e mi sono rafforzato nell’idea di come in quasi tutte le ideologie la figura femminile venga rispettata ed addirittura considerata come fondamentale nella educazione dei figli e nella gestione della casa. Nella realtà, però, viene relegata ad una posizione subalterna soprattutto nelle società patriarcali e in generale nelle posizioni di potere. Solo dove la civiltà ha raggiunto un discreto livello di maturità ella comincia ad assumere ruoli che rispondano alle sue capacità, ma troppo spesso la contropartita è la rinuncia a costruirsi una famiglia o una vita di coppia.

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