potrebbe aver indotto quest’ultima a tenere volutamente celata la gravidanza, conseguenza della relazione extraconiugale, al fine di salvare il proprio matrimonio. Insomma, ce n’è a sufficienza per alterare la tranquillità domestica di coloro che sono indirettamente coinvolti in questa ricostruzione da libro giallo, aggrediti da una indagine che scoperchia una realtà scomoda e avvilente, sebbene inevitabile.
     C'è qualcosa di primordiale in tutta la vicenda, un quid che scavalca il semplice desiderio di giustizia e che si frappone tra Yara e il suo assassino. Tutto nasce dalla apparente tranquillità nella quale era avvolto il centro sportivo di Brembate, da dove tutto ebbe inizio la sera del 26 novembre del 2010, il quale, nell’immaginario collettivo, appariva come un contenitore innocuo e familiare, che ogni genitore immagina e desidera per i propri figli, sempre più spesso esposti alle aberrazioni di una società imbarbarita e spesso spietata. Un ambiente sorvegliato e amico dove gli altri genitori, i tanti assistenti e frequentatori fungevano da indiretti osservatori e custodi di quella tranquillità sulla quale una circoscritta comunità poggia le proprie aspettative di serenità e di conservazione della normalità.
     La morte di Yara, nella sua oscura e incomprensibile dinamica, ha generato, invece, una angoscia collettiva, sapientemente orchestrata dai media, che si pone molto al di sopra del fatto in sé ed ha generato un coinvolgimento massiccio per il fatto che il candore giovanile di una ragazzina adolescente è stato contrapposto ad un Male indefinito, il quale, nella sua spietata freddezza, lascia inermi davanti alla consapevolezza che purtroppo non esiste il luogo protetto e perfetto per antonomasia. Forse siamo di fronte ad una casualità diventata inaccettabile per l’intreccio di strane e fortuite coincidenze, le quali hanno caratterizzato prima il rapimento e poi l’uccisione della ragazzina, ma il fatto vero è che l’evento, anche di fronte ad una oggettiva difficoltà e complessità delle indagini, è diventato quasi chirurgico nella sua spietata ideazione.
     Al susseguirsi ininterrotto di indagini scientifiche si è aggiunto questo paradosso che scuote l’opinione pubblica, incredula di come un normale evento quotidiano sia diventato una inestricabile e contorta trama da film d’autore. Sorgerebbe quasi spontaneo domandarsi se delinquere sia più facile di quanto si possa pensare oppure se chi ha ideato l’omicidio appartenga al novero dei geni del male, ovvero di quegli astuti pianificatori dei più sinistri delitti.
     La ricerca frenetica dell’assassino si colloca all’interno di una vicenda altrettanto grottesca, come l’accertamento di una filiazione illegittima, che si

        pagina 02 di 03
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.