L’IMMAGINE DI UN PAESE IN CRISI DI IDENTITÀ
                                              di Pierluigi Piromalli

     Le recenti consultazioni elettorali e i risultati delle urne hanno consegnato alla collettività un Paese in evidente crisi di identità, nel quale si sta faticosamente tentando di ricostruire quella credibilità politica, miseramente violentata dalle lotte intestine e dalle forti contrapposizioni che hanno scandito la vita parlamentare della nazione, affinché il dramma non degeneri in farsa.
     L'ampiezza del fenomeno Grillo, il cui movimento ha raccolto consensi quasi plebiscitari, attestandosi tra le forze che contano, non era stata prevista con questa dirompenza e ha costituito una sorpresa per l’intero elettorato ed anche per gli osservatori internazionali. Il Movimento 5 Stelle suscitava attenzione ed interesse da tempo, ma probabilmente non ci si attendeva un consenso così massiccio, che, alla fine, ha forse sorpreso anche il Beppe nazionale, il quale ha costruito la propria campagna elettorale sull’invettiva.
     Si sta ora cercando di capire, nel mare magnum della confusione e dell’incertezza, come il prossimo Esecutivo possa trovare legittimazione in un contesto che annovera anime contraddittorie e contrapposte tra loro.
     Un primo passo è stato fatto con l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato ed ora si tratterà di capire se e quale tipo di alleanze si potranno prospettare nel panorama politico. Grillo continua a chiamarsi fuori da sostegni e alleanze di scopo e bacchetta i suoi richiamandoli ai doveri di trasparenza e di fiducia, mentre le due principali forze politiche, il PD ed il PDL, non sembrano in grado di potersi sostenere a vicenda. Inoltre, la Lista Civica per Monti, potenziale ago della bilancia in una ipotesi di “governissimo”, non ha la forza, da sola, di affiancare Bersani, al quale probabilmente sarà assegnato l’incarico di formare il governo.
     Un bel problema, certo, ma i risultati delle urne vanno però compresi, rispettati e non sottovalutati, perché rappresentano la spia del malessere e del disagio collettivo che si è espresso con un voto di massa, effetto della disoccupazione, della precarietà, della contrazione dei redditi, dell'aumentata disuguaglianza sociale, dell’economia dissestata e della protervia dei partiti, che pretendono dai contribuenti sacrifici immediati differendo, invece, il contenimento dei propri abnormi costi ed infischiandosene di dare ossigeno e buon esempio ad una nazione in crisi di fiato.
     La serietà di un Paese la si evince dalla efficacia dell’azione politica che, invece, rimane a congetturare per settimane dopo il voto nella speranza che

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