UNA SOCIETÀ CHE SI FONDA SUL PARADOSSO
                                              di Pierluigi Piromalli

     Nella giornata dell’11 maggio, nel quartiere Niguarda di Milano, si consuma, nelle prime ore del mattino, una follia omicida che culmina con l’uccisione di tre persone e il ferimento di altre due.
     Un giovane di colore, irregolare e senza fissa dimora, decide, per oscuri motivi e mosso da una lucida pazzia, di infierire su cinque malcapitate persone, tre delle quali perdono la vita a seguito dell’aggressione subìta a colpi di piccone. L'uomo, già segnalato e noto alle forze di polizia per i disordini accaduti qualche anno prima al centro immigrati in Puglia, ha agito in modo seriale, senza che nessuno, prima che intervenissero i Carabinieri, interrompesse il suo tragitto di morte.
     Il fatto, dirompente nella sua drammaticità e che squassa le aspettative di protezione e di sicurezza che qualsiasi comunità, piccola o grande che sia, coltiva, impone inevitabili ed anche scontate riflessioni, che oscillano dalla latitanza delle istituzioni all’inerzia della popolazione che spesso assiste, volutamente e colpevolmente impotente, a scene cruenti trascurando il senso civico che imporrebbe di intervenire.
     Partendo dal presupposto che un gesto di follia costituisce una situazione eccezionale ed imprevedibile e che, come tale, non è gestibile né facilmente ed immediatamente contrastabile, resta il fatto che troppo spesso, nella nostra ammorbata società, si rigenera il virus della violenza, il quale esplode con fredda determinazione. La mancata segnalazione alle forze dell’ordine da parte di coloro i quali verosimilmente sono stati testimoni indiretti e occasionali dell’aggressione, avrebbe probabilmente evitato che la situazione degenerasse fino alla mattanza e resta da chiedersi quale sia il motivo che induce il singolo cittadino a disinteressarsi delle situazioni di pericolo che coinvolgono potenzialmente la collettività e come si possa portare a compimento un’azione efferata, per oltre un’ora, senza che nessuno intervenga.
     L’Italia è un Paese nel quale si è diffusa una contagiosa ed oscura malattia denominata omertà, un’inerzia passiva che è stata principalmente alimentata dalla disattenzione delle istituzioni e dalla incapacità o non volontà di garantire un adeguato sistema di intervento per tutelare la società. A ciò si accompagna anche una distorta visione politica che avalla colpevolmente, per convenienze di poltrona e di salvaguardia del potere, una dilagante tolleranza camuffandola con quel vago slogan di “ipergarantismo”, il quale impone il basso profilo in ogni

      pagina 01 di 03
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.