UNA CURIOSA DOMENICA DI PAURA
                                                            di Graziano Paolo Vavassori
     Domenica 4 settembre 1994. Ore 5:50. Sopra i tetti delle case si intravede un rossore che cresce progressivamente di ampiezza e tonalità, annunciando il prossimo arrivo del padrone dei cieli. Fra gli angoli dei camini, sopra le curve dei canali, nelle fessure tra un muro e l'altro delle abitazioni ammassate tra loro, con repentina invadenza sorge il sole, l'unica purezza ancora inviolata dall'uomo fino ad oggi.

     Questo mattino, diversamente dal solito, i miei occhi si aprono a causa dell'avanzare del bagliore che giunge sul mio viso, segno inconfutabile dell'inizio di un nuovo giorno. Nel mio letto c'è la piacevole presenza di Marta, la quale si sveglia insieme a me, dopo una nottata di tenero intreccio di corpi. Le nostre aspettative per oggi sono, mi auguro, di felicità e divertimento, perché ci recheremo a visitare le note,
almeno nel bergamasco, cascate del Serio, in Valbondione.
     Benché assonnati, rapidamente ci vestiamo ed intraprendiamo il viaggio verso questa valle, entrambi entusiasti, io perché già so che cosa troverò, mentre Marta in quanto è avvolta dalla curiosità. Mentre seguiamo le curve della strada ricavate tra le splendide colline verdi nei pressi di Clusone, ascoltiamo una musicassetta dei Rondò Veneziano. Ogni volta che organizziamo un viaggio il quale necessita di una partenza all'alba, siamo ispirati ad ascoltare la musica classica-moderna, forse perché il senso di tranquillità che questa musica ci offre è coerente con l'atmosfera dei paesi che attraversiamo, ancora addormentati a quest'ora della domenica.
     Arrivati a destinazione già si sono formate delle code per parcheggiare e, come quattro anni fa, è obbligatorio sostare ai lati delle strade, per l'assenza di una struttura adeguata per l'accoglienza dei turisti; l'unica differenza rispetto alla volta precedente in cui mi sono recato in questa splendida vallata, è che oggi si deve pagare il parcheggio. È ovvio che prima o poi il comune si sarebbe attrezzato per sfruttare questa ondata turistica ed è anche giusto in quanto, la pulizia delle strade e la raccolta dei rifiuti che portano i turisti in paese, sono a carico dello stesso.
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