ruscello. Questa volta ci accontentiamo di un tappeto d'erba abbastanza isolato, che ci consenta di sederci, riposare e tranquillizzarci, anche se si potrà affiancare chiunque.
Normalmente sono molto premunito e per oggi ho pensato di portarmi il giubbino di jeans nel caso facesse freddo. Anche Marta mi ha emulato, ma non è bastato. Il versante della valle in cui ci siamo addentrati dà le spalle al sole, il quale, con i suoi raggi, per ora colpisce la parte opposta. Di conseguenza, dove ci troviamo noi, la temperatura è troppo bassa e stiamo letteralmente tremando per il freddo. Non mi resta altro che restare seduto e stringere forte fra le mie gambe Marta, frizionandole le braccia affinché almeno lei si scaldi.
Prima che l'uomo manipoli la natura per dare spettacolo, il sole finalmente arriva a scaldarci e a rallegrarci; con la valle tutta illuminata, con l'approssimarsi delle 10:30, viene mandato il segnale sonoro che annuncia l'imminente apertura della cascata. Esso è una sirena piuttosto potente, identica a quella che si usava nella seconda guerra mondiale per avvertire dell'arrivo dei bombardieri. Questo segnale esorta a concentrare tutta l'attenzione sull'evento, il quale, ripetuto solo due volte l'anno, rappresenta il perno su cui ruotano le motivazioni che spingono questa gente, me compreso, a trascorrere una giornata fra le montagne. |