L'odio che provo per i ragni, il quale non è altro che una reazione di difesa generata da una fobia, nel mio caso la malattia viene completata con il termine "aracno", è così grande che non posso permettermi di lasciare vivere quell'essere disgustoso che mi ha fatto trasalire. Quindi, dopo aver brevemente spiegato il motivo della mia rinuncia alla conquista del luogo prescelto, armato di sassi di media dimensione, mi dirigo dall'innocente ed indifeso artropode da me


condannato. Con pochi tiri ben mirati porto a termine la mia vendetta. A causa della distanza non so se sia restato imprigionato nella sua stessa tela, un'arma a doppio taglio per esso, o se sia stato schiacciato dai sassi scagliatigli contro, l'importante è che non è più visibile finalmente. Sono rimaste solamente esili tracce della sua ragnatela.
     Tornato dalla mia compagna, insieme riattraversiamo il
ruscello. Questa volta ci accontentiamo di un tappeto d'erba abbastanza isolato, che ci consenta di sederci, riposare e tranquillizzarci, anche se si potrà affiancare chiunque.

     Normalmente sono molto premunito e per oggi ho pensato di portarmi il giubbino di jeans nel caso facesse freddo. Anche Marta mi ha emulato, ma non è bastato. Il versante della valle in cui ci siamo addentrati dà le spalle al sole, il quale, con i suoi raggi, per ora colpisce la parte opposta. Di conseguenza, dove ci troviamo noi, la temperatura è troppo bassa e stiamo letteralmente tremando per il freddo. Non mi resta altro che restare seduto e stringere forte fra le mie gambe Marta, frizionandole le braccia affinché almeno lei si scaldi.
     Prima che l'uomo manipoli la natura per dare spettacolo, il sole finalmente arriva a scaldarci e a rallegrarci; con la valle tutta illuminata, con l'approssimarsi delle 10:30, viene mandato il segnale sonoro che annuncia l'imminente apertura della cascata. Esso è una sirena piuttosto potente, identica a quella che si usava nella seconda guerra mondiale per avvertire dell'arrivo dei bombardieri. Questo segnale esorta a concentrare tutta l'attenzione sull'evento, il quale, ripetuto solo due volte l'anno, rappresenta il perno su cui ruotano le motivazioni che spingono questa gente, me compreso, a trascorrere una giornata fra le montagne.
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