nello sporcare dove è appena stato pulito, si diverte a lasciare le proprie impronte sul cemento fresco, nonché, quando si lavora, si mette nei posti più pericolosi per curiosare, rischiando la propria incolumità.
     Reple adora la mia camera, forse perché si sente avvolto dal mio odore. Non è molto coccolone e predilige giocare. Di lui potrei affermare che è un diavoletto, ma non quando dorme, perché è una vera tenerezza. Si addormenta in posizioni


normali per noi umani, ma inconsuete per un cane e quando si sveglia, ma non si decide ad alzarsi, mi piace chiamarlo perché subito muove la coda, ma non si sposta di un centimetro.
     C'è una certa armonia fra noi due, tuttavia non so spiegare esattamente in che cosa consista; direi che questa mia affermazione prende spunto dal fatto che capisco i suoi stati d'animo, i suoi desideri ed anche i suoi capricci. Forse sono aiutato dai suoi occhi marroni molto

espressivi, ma secondo me c'è di più. Lui interpreta facilmente i miei ordini, soprattutto per via della mia voce e più volte ho sperimentato che per farmi capire non è necessario alzare il tono, è sufficiente parlare, come se lui conoscesse il significato delle parole.
     Per dare un'idea della nostra affinità, posso raccontare di quando lo portai a casa per la prima volta. Aveva solo tre mesi e gli feci il bagno e lo asciugai con l'asciuga capelli. Le sue paure, come l'acqua o l'aria calda, gliele tolsi io e il mio odore per lui era diventato importante, rappresentavo la sua salvezza. Quando diventò più grande, un giorno si ritrovò con una spina di rosa conficcata nel cuscinetto di una zampa. Non appena percepii i suoi lamenti corsi fuori casa e mi avvicinai; aveva lo stesso sguardo di chi chiede disperatamente aiuto, quindi lo presi in braccio e gli osservai le zampe, trovando così la spina che gli procurava dolore. Dopo avergliela tolta, mi fece capire al meglio la sua riconoscenza. A questo punto si può immaginare quale valore abbia la mia presenza per lui e l'affetto che ci unisce.
     Concludo questa descrizione evidenziando un errore grammaticale: chiamare "lui" un cane. È uno sbaglio volontario, perché considero Reple come una persona e lo rispetto in egual modo. Mi rifiuto di chiamarlo "esso", come un oggetto qualunque, perché per me merita anche più considerazione di un umano, in quanto privo della capacità di conoscere l'empietà, l'improbità, la malvagia. Se a volte il suo comportamento, o quello dei suoi simili, è biasimabile, si tratta d'istinto difensivo, nulla di più. Tuttavia ci sono cani che si comportano in modo violento, ma alla base di queste reazioni ci sono sempre delle vessazioni che essi hanno subito in passato, quasi certamente proprio da un umano.
     "Insomma, siamo con molte probabilità gli esseri viventi più intelligenti della Terra, sì, tanto scaltri da coprirci di viltà e scelleratezza".

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