Se dal salone di ricevimento ci si reca nelle stanze ubicate sulla destra, si trovano numerosi affreschi del Seicento, contornati da decorazioni, ornamenti, tappezzeria molto eleganti e raffinati. Uno di questi è il "Salottino degli Specchi", interamente realizzato da Storer. I medaglioni di questo ambiente sono dedicati "all'Astronomia misurante i segni dello Zodiaco", che si trova al centro. Ai lati invece vi sono i "Quattro Elementi" e tra l'uno e l'altro, sopra agli angoli delle pareti, quattro ovali presentano "Le quattro parti del mondo".
     I pavimenti di tutte le stanze sono realizzati dal Caniana con tarsie policrome di lagni rari. Sono opera sua persino gli zoccolini e i puttini dipinti sulla parte inferiore delle pareti. Storer è l'autore anche della "Sala Rossa", aiutato da Ghislandi per le quadrature delle quattro scene allegoriche, raffiguranti muscolosi uomini nudi e sinuose donne bolognesi. Al centro della volta si trova l'Olimpo, mentre le pareti sono ricoperte con tappezzeria di damasco rosso.
     Tra il salone e il salottino c'è una stanza denominata "del soprarizzo", per via del tipo di tappezzeria sulle pareti. L'autore è il pittore ticinese Tencalla, un'artista piuttosto inconsueto a giudicare dai suoi dipinti. La sua opera, in stile barocchetto, raffigura delle persone situate tutte da un lato, mentre dall'altra parte del disegno ha creato l'aurora. In stile rococò invece si trova il "Salottino della Musica", dalle pareti molto irregolari ma sapientemente mimetizzate dalle decorazioni.
     Queste descritte sono le camere che più delle altre presentano elementi decorativi di rilievo, ma Palazzo Terzi non finisce qui. Ci sono diverse altre stanze in stile veneziano, il quale andava tanto di moda nel diciottesimo secolo. L'edificio non ha il classico scalone imponente, ma una semplice gradinata arricchita con decorazioni e molteplici affreschi. L'altra ala invece è abitata tuttora, ma non priva di affreschi altrettanto suggestivi.
     Palazzo Terzi è il risultato dell'ingegno e dell'abilità di una formidabile équipe di artisti, scelti non a caso, ma con la sensibilità che è propria di persone competenti e al tempo stesso attente all'evoluzione del gusto pittorico dell'epoca. Tuttavia nel diciottesimo secolo tutto ciò ha rischiato di scomparire a causa delle idee neoclassiche dei discendenti. Sono stati infatti trovati dei progetti in un cassetto, abbandonati probabilmente per le difficoltà incontrate nell'acquisto dei locali limitrofi o per la situazione politica tesa di quel periodo. A proposito di politica: la bandiera nazionale originale, protagonista delle Cinque giornate e della Caduta di Milano, conservata oggi al Museo storico allestito in Rocca, è salva dai poliziotti austriaci, che la volevano distruggere, perché è stata nascosta nel salottino affrescato da Tencalla, in una intercapedine tra il soprarizzo veneziano e la parete occidentale della stanza.

L'articolo è stato realizzato con l'ausilio del testo denominato:
PALAZZI NOBILI DI BERGAMO, autore FERRANTE.

      pagina 04 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Ferrante, Gian Giacomo, Barbelli, Caniana, Cristoforo, Storer, Domenico, Ghislandi, Alessandri, Patrizi, Donato, Calvi