Perfino chi comanda è afflitto da ignoranza circa le reali potenzialità del popolo, il quale, carente di un obiettivo, è soprattutto contaminato da una grave insipienza storica. Non a caso alcuno, all'epoca, si era accorto che fascismi e bolscevismi non erano altro che la ripresa di un vecchio sole che già era sorto. Sono quindi ideali storici, ma non anacronistici, se tanto acquisiscono consensi nell'Europa degli anni trenta. La storia, per sua natura "revenant", è maggiormente forte per il suo ingresso nel presente, tramite inganno o travestimento. Eliminare il passato è impossibile, ma con i dovuti filtri il suo ritorno può essere mitigato o trasformato in un futuro radioso. Il leader ideale di Ortega era una persona capace di vivere e progettare il presente con una forte coscienza storica.
La scarsa analiticità per tutto ciò che è pregresso, accompagnata ad una vita materiale senza difficoltà sostanziali, è la base di una sindrome grave e nociva, caratterizzata dal sentirsi privi di doveri e dal credere di potersi comportare in società come ci si comporta in famiglia. Questa sindrome del "bambino viziato" porta con sé una sottrazione al proprio destino e ad una vita basata sullo "scherzo", priva di radicamenti. Come il "cinico" nell'impero romano, il soggetto vive nella società cercando di boicottarla, consapevole tuttavia che questa non verrà mai meno e che lo scherzo non potrà intaccare seriamente la società precostituita.
Anche la scienza contribuisce a creare "l'uomo massa", sia con le innovazioni tecniche che con una ristrutturazione del sapere in termini tassonomici. Nasce difatti lo "specialismo" che consiste nella divisione settoriale di una scienza. Naturalmente i progressi sono innegabili, perché l'area nella quale investire gli studi si riduce notevolmente. Segue un problema di natura comportamentale e cognitiva. Ovvero lo scienziato moderno può definirsi e ritenersi sapiente conoscendo forse la decima parte di quanto sapeva un suo collega cento anni prima, ma da buon uomo di "massa", di questo non si preoccupa affatto. Lo scienziato moderno pensa invece di essere il cervello dell'umanità, supportato dalla voce del popolo il quale, se dovesse scegliere un rappresentante della Terra, opterebbe proprio per uno di loro. Non viene considerato però il grave rischio barbarico degli specialisti che rifiutano a priori gli scienziati d'altre materie e che altrettanto spesso definiscono dilettanti coloro i quali si interessano del "sapere tutto".
Sin dalle prime organizzazioni di persone si è rivelato necessaria una guida per le masse, dato che queste sono incapaci di autogovernarsi. Lo Stato, così come oggi è concepito, è il figlio di evoluzioni sociali continue ed è afflitto dal pericolo incombente della "ribellione delle masse". Questo fenomeno consiste nel rifiuto del proprio destino, che per antonomasia rimanda la vita di chiunque ad una istanza superiore. Lo stato moderno, in sostanza, è nato dopo la rivoluzione francese ed intrattiene un rapporto implicito e reciproco con il popolo. L'esistenza di uno è legata a quella dell'altro e viceversa, determinando in alcuni casi i fenomeni di statificazione e burocratizzazione della vita. Il primo riguarda un atteggiamento che consiste nel creare lo Stato come idea o come capo espiatorio, per cui, laddove il singolo non riesca a supplire, può fare affidamento in maniera cieca sullo stato. Il lato comune di queste entità anonime e
|