La risposta telefonica di Franco Abruzzo P. Ord.G.Lombardia
                                              di Graziano Paolo Vavassori

     La risposta di Franco Abruzzo alla mia e-mail non ha tardato ad arrivare, telefonicamente, così come accadde qualche mese fa per un problema di iscrizione del mio editoriale.
     Secondo il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, appena rieletto, come segno della fiducia che tutti noi iscritti poniamo nel lavoro che svolge per la Lombardia, è inaccettabile che si possano regalare qualcosa come più di 100 crediti universitari al fine di poter dare 4-5 esami ed ottenere una laurea breve al pari di coloro che hanno faticato tre lunghi anni. Per quanto la proposta dovrebbe essere applicata esclusivamente a giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti all'ordine, concretamente praticanti la professione e con una certa esperienza sulle spalle, il divario è troppo elevato rispetto alla normale prassi di concedere, a seconda dei casi e dell'università, fino a 24 crediti. "Inoltre," continua il Dott. Abruzzo, "da un titolo universitario che vantaggio possono trarre coloro che già sono giornalisti?" "Una personale soddisfazione, un curriculum completo!" Ho risposto io, ma Abruzzo rimane dell'idea che il divario tra i due percorsi sia troppo differente, inutile ed ingiusto.
     È vero, in effetti i vantaggi non sono poi così notevoli se non per questioni personali, tuttavia, "partendo dal presupposto che questa opportunità sia limitata a coloro che possono dimostrare un'affermata carriera, ritengo che si possano approntare delle leggi che stabiliscano una certa equità premiando il duro lavoro che i non laureati hanno svolto" ho aggiunto; Abruzzo non ha controbattuto.
     Non vi è dubbio invece sul parere che la scuola non prepara abbastanza al mondo del lavoro e che i laureati sono meno apprezzati dalle aziende quando vengono messi a confronto con coloro che hanno vera esperienza sul campo. "Non solo nel settore giornalistico" mi puntualizza Abruzzo. Anche sulla questione della concreta preparazione dei giornalisti che scrivono anche per quotidiani nazionali (.e non scrivano "suo" quando è necessario "proprio". Questa è semplicemente grammatica Dott. Abruzzo, che avrebbero dovuto imparare all'università [.]) trovo il Presidente del mio stesso parere, che addirittura aggiunge: "certe regole le avrebbero dovute imparare alle elementari, non esistono più i correttori di bozze."
     D'altro canto il Dott. Abruzzo esprime anche il parere concorde che "il continuo aggiornamento e studio necessari per questo lavoro sono indipendenti dal titolo di studio e nascono, appunto, dalla passione per la professione di giornalista".
     Insomma, Abruzzo non ha cambiato posizione al riguardo, come prevedibile, ma è ben attaccato alla realtà del mondo giornalistico, più di quanto sembri leggendo Tabloid, il bimestrale dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Si deve anche tenere conto che subirà varie pressioni da parte di gruppi favorevoli o contrari per ogni tipo di problema. Un sincero augurio dunque per i prossimi anni come presidente.
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