UNA GIORNATA AL "CRE"
                                 di Raffaella Frullone

     Il dubbio rimane dubbio, almeno all'inizio, almeno la prima settimana, quando un'ondata di bambini e ragazzini si fiondano dentro al cancello dell'oratorio per vivere e convivere l'estate, quando a centinaia si fondono in una sola voce che canta solo voglia di sano divertimento. Obiettivo degli educatori, oltre a quello di sopravvivere alle quattro settimane, è di mostrare la ricchezza del ritrovarsi

insieme e di fare gioco di squadra. In questo contesto diventa basilare il "come" intrattenere i ragazzi. La cospicua sezione dedicata al laboratorio ci svela che il "fare" è una parte importante del CRE.
     Per i più piccoli la proposta è quella degli atelier manuali. Non è il semplice "lavoretto" di cui si sa da cosa si parte e dove si arriva - modello catena di montaggio - ma che è sperimentazione e fantasia, movimento, energia e creatività. Realizzare qualcosa con le proprie mani diventa dunque una delle proposte principali degli studio dei CRE: smontare, costruire, collaudare, colorare, incollare, ritagliare, queste sono solo alcune delle infinite possibilità

che offrono i laboratori. È importante sentirsi fieri del proprio operato. Tra le più gettonate opere costruttive, le bandane, i ciondoli etnici, i fermacarte..
     Per i ragazzi più grandi la proposta riguarda invece l'espressività. Negli atelier espressivi la dimensione corporea è in primo piano , riconoscendo a tutte le membra, alla voce, ai cinque sensi, la capacità di manifestarsi, di ostentare ciò che altrimenti non potrebbero essere comunicate. Sotto

questo profilo tutti gli sport, sia individuali che di squadra, possono essere